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Matteo Salvini e Luigi Di Maio: "Dopo le elezioni Europee cambierà tutto"

Matteo Legnani
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Da una parte ci sono Bankitalia, che ha annunciato per il 2019 una crescita dell'0,6% rispetto a quella dell'1% considerata in manovra dal governo, e l'Ecofin, che potrebbe presto chiedere una correzione dei conti (cioè una manovra bis) perchè se cala il Pil ovviamente peggiora il rapporto col deficit e dunque il 2,04% messo nella manovra sarebbe un miraggio. Dall'altra il governo, che da una parte bolla come "fantasie" le cifre diffuse da Bankitalia e dall'altra già dice che nessuna correzione ai conti verrà apportata prima delle elezioni europee. I motivi evidenti sono due: una manovra bis sarebbe una mazzata sulla campagna elettorale di Lega e M5s; e poi, come ha spiegato anche il premier Conte, "mettiamo in atto le misure varate per vedere se produrranno gli effetti auspicati, prima di rivederle". Ma c'è, in realtà, come sottolinea Il Messaggero, un terzo fattore al quale guardano sia Salvini sia Di Maio, dopo le elezioni europee: la vittoria (o comunque una affermazione importante) delle forze sovraniste e populiste che, spazzando via i partiti europei tradizionali o comunque ridimensionandone la forza e il peso, possa archiviare il rigore contabile europeo. In questo senso, l'auspicio è che da giugno cambi tutto. Leggi anche: Luigi Di Maio, anche Bankitalia lo smentisce: "A un passo dalla recessione"

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