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Antonio Socci, appello a Matteo Salvini: "Come puoi salvarci dal M5s"

Davide Locano
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Nei mesi scorsi imperversava (anche fuori d' Italia) "Forza Spread", il partito trasversale di chi faceva il tifo per lo spread, contro l' Italia, pur di abbattere questo esecutivo alla stessa maniera del 2011. Poi è diventato "Forza Moscovici": facevano il tifo per la Commissione europea, perché punisse duramente l' Italia. C' erano anche degli italiani, sempre con l' illusione che la chiamata degli stranieri - eterna tragedia italica - servisse ad abbattere i loro nemici interni, cioè (ancora) l' attuale governo. Tutte e due queste speranze sono andate deluse. Così quelle truppe trasversali si sono ritrovate ora sotto l' insegna "Forza recessione": si riconoscono dalle acclamazioni eccitate di fronte alla stima di Bankitalia secondo cui il Paese va verso la recessione. Sperano che il ciclo economico sfavorevole penalizzi Lega e M5S alle prossime elezioni europee e, magari, mandi in crisi il governo già prima o almeno lo costringa a una nuova manovra correttiva di tagli e tasse che faccia crollare il consenso per l' esecutivo. Leggi anche: Antonio Socci contro Ferrara: volano parole grosse Questo "partito", che definirei anti italiano, è una parte (non piccola) del problema. L' altra parte del dilemma è costituito dalle forze di governo, perché - varato il Def - si tratta ora di misurarsi appunto con la minaccia della recessione e con la "questione europea". Ancora una volta, per le rigidità ideologiche del M5S che rischia di paralizzare gli investimenti pubblici, vera molla della crescita, è soprattutto su Matteo Salvini che incombe il compito di trovare la via d' uscita. O almeno a lui guarda quella parte maggioritaria della nostra gente che fa il tifo per l' Italia, a cominciare dai ceti produttivi del Nord. Oltreché essere una via obbligata questa è anche una grande "chance" per il leader leghista che - essendo un pragmatico - affronta i problemi e anche le scelte strategiche quando concretamente si presentano. Dunque il compito che lo aspetta, da adesso alle elezioni europee - mentre presidia le sue tradizionali trincee: immigrazione e decreto sicurezza - potrebbe essere riassunto in tre punti. partito anti-italiano Primo. Sbloccare gli investimenti pubblici: è una misura necessaria per cercare di scongiurare il rischio recessione, per rimettere in moto l' economia e l' occupazione e per evitare che l' Italia (con la sua industria) rimanga ai margini dei nuovi flussi del commercio mondiale o paghi un prezzo salatissimo. Fra l' altro non ci sono solo le grandi opere come Tav o Tap: l' Associazione nazionale dei costruttori edili sostiene che tra ponti, acquedotti, dighe, strade, scuole e altre infrastrutture sono circa 270 i cantieri fermi per le più diverse motivazioni e hanno un valore complessivo di 21 miliardi di euro. Inoltre, secondo gli ultimi dati dell' Anagrafe ufficiale delle opere incompiute del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, risulta che sono circa 670 le opere - appunto - incompiute che hanno un valore di circa 4 miliardi. Secondo il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, la riapertura di tutti i cantieri (al di sopra dei cento milioni) pronti a partire darebbe lavoro a 400 mila persone «con una ricaduta sull' economia di 86 miliardi». Si può facilmente capire tutto quello che ciò significa in una fase critica come questa. Da parte di Salvini questa battaglia è anche il modo migliore per farsi carico delle istanze del mondo produttivo. Certo, non sarà facile far capire al M5S la necessità di combattere preventivamente la recessione con la riapertura dei cantieri, ma nessuno può illudersi che sia il "reddito di cittadinanza" a far crescere il Pil e la prospettiva di una recessione dovrebbe far ragionare i grillini, perché sarebbe disastrosa per il Paese ed anche per i partiti di governo. Fra l' altro sarebbe sensato anche rivedere l' ecotassa sulle auto che rischia di far annullare gli investimenti e il piano industriale di Fiat Chrysler in Italia secondo le dichiarazioni del ceo di Fca, Mike Manley. la crisi della ue Secondo. L' Italia - nella crisi in cui si dibatte la Ue, per le politiche economiche suicide fin qui praticate e poi per la Brexit, per il progressivo affondamento di Macron e per il tramonto della Merkel - dovrebbe cercare un rapporto forte con gli Stati Uniti di Donald Trump. Come Giulio Sapelli ha spiegato ieri, in un articolo sul Sussidiario, l' Italia è tornata ad avere una sua importanza geopolitica per la presidenza Trump e questo dovrebbe facilitare un forte legame con quel Paese, nostro tradizionale alleato, dove troviamo l' unica economia occidentale forte e in crescita. Gli Stati Uniti sono il grande interlocutore dell' Italia: «È proprio questa perseveranza transatlantica» scrive Sapelli «la migliore risposta all' avvento quale che sia della Brexit. Di questo sono pochissimi in Italia ad avere contezza, a cominciare dagli imprenditori. Comprendere tutto ciò è decisivo, perché solo il legame con gli Usa ci può salvare dal prossimo tsunami mondiale. Si addensano infatti le nubi e si alzano le maree di uno tsunami molto più grande di quello del 2008. La causa di ciò è nella tendenza alla deflazione europea che minaccia tutta l' economia mondiale e segnala la potenza distruttiva del nazionalismo economico tedesco». Terzo. La questione europea. La recente autocritica del presidente della Commissione europea Juncker sull' eccesso di «austerità avventata» della Ue, soprattutto quella che è stata imposta alla Grecia, è solo un patetico tentativo delle élite di smarcarsi dai propri errori. Lacrime di coccodrillo. La stessa cosa si può dire per la Merkel e per Macron. Oggi ci sono tutte le condizioni per "lanciare" - in vista delle elezioni - una "Europa dei popoli" che archivi per sempre l' Europa delle élite attraverso una seria proposta di riscrittura dei Trattati di Maastricht che restituisca ai popoli, quindi ai parlamenti e agli Stati, quella sovranità che è codificata nelle loro Costituzioni (a cominciare dalla nostra, per quanto riguarda l' Italia). Niente più e niente di meno che la Costituzione. È questo anche l' unico modo per salvare l' Europa, che è una cosa troppo importante e preziosa per essere lasciata ai fallimentari "europeisti" fino ad oggi dominanti. di Antonio Socci

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