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Giancarlo Giorgetti, lo sfogo del leghista contro i grillini: "Dovevamo rompere per la Tav"

Gino Coala
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Il prossimo Consiglio dei ministri rischia di diventare la vera resa dei conti tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini, quindi per la tenuta stessa del governo di Giuseppe Conte. Sul tavolo del premier c'è da giorni il fascicolo sulle dimissioni di Armando Siri, il sottosegretario leghista coinvolto in un inchiesta per corruzione. Il M5s è disposto a fare le barricate per spingere l'uomo di Salvini a mollare, a differenza del ministro dell'Interno che aspetta solo un ostacolo pentastellato su flat tax o autonomia regionale per scatenare i suoi. Leggi anche: Giorgetti, la confidenza esplosiva: "Dopo Siri forse ci sono io, a turno toccherà a tutti" Di certo Salvini non ha nessuna intenzione di far cadere l'attuale governo, anche perché, come dice ormai da tempo Giancarlo Giorgetti, farlo ora sarebbe anche troppo tardi: "Se avessimo rotto sulla Tav avrebbe avuto un senso - ha detto il sottosegretario leghista, come riporta un retroscena della Stampa - La Lega avrebbe preso il 40%. Il problema non è Siri. Ma al prossimo giro, Salvini rompe davvero su un terreno che gli conviene. Ha imparato la lezione della Tav". L'obiettivo di Salvini è mettere il coltello alla gola degli alleati sui temi economici, per i quali non ha più voglia di perdere tempo. Soprattutto dopo le valanghe di insulti piovuti dai grillini negli ultimi giorni, dopo i gravi fatti di cronaca che hanno riacceso la questione sulla sicurezza: "Gli amici del M5s pesino le parole - ha detto in uno sfogo Salvini - Se dall'opposizione insulti e critiche sono ovvie, da chi dovrebbe essere alleato no. La mia parola è una e questo governo va avanti cinque anni, basta che la smettano di chiacchierare. Mi dicono 'tiri fuori le palle'? Ricevo buste con proiettili per il mio impegno contro la magia. A chi mi attacca dico tappatevi la bocca, lavorate e smettete di minacciare il prossimo. È l'ultimo avviso".

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