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Luigi Di Maio, il piano kamikaze per evitare Salvini fino al voto: così saltano tutti i Cdm

Gino Coala
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Quel che c'è di vero nell'ultimo attacco di Luigi Di Maio a Matteo Salvini è che da giorni i vertici del governo non si riuniscono, né sembra ci sia alcuna intenzione da parte sia della Lega sia del M5s di rivedersi a breve.  Salvini non avrebbe alcuna voglia di ritrovarsi nella stessa stanza con Di Maio, come riporta un retroscena del Messaggero, soprattutto dopo lo sfregio subito per le dimissioni di Armando Siri. A Porta a porta, Giancarlo Giorgetti ha provato a raffreddare gli animi, anticipando un incontro imminente tra i due: "Prima di lunedì dovranno vedersi - ha detto il sottosegretario leghista - perché c'è il Consiglio dei ministri". Certo è che anche Giorgetti crede fino a un certo punto che quell'incontro possa avvenire, tanto da minacciare l'abbandono prematuro del governo: "Se la litigiosità resta così, è difficile andare avanti". Leggi anche: Salvini, ottimismo in vista del voto: "Sia benedetto l'elemosiniere. Più ci attaccano, più vinciamo" A spingere i due vicepremier a rivedersi potrebbe essere solo un'altra impennata dello spread, che già oggi ha toccato la poco rassicurante quota di 290 punti. Sempre se i due avessero voglia di dare un segnale rassicurante ai mercati. Di motivi però per disertare, fino a far saltare, il prossimo Cdm Salvini ne avrebbe a secchiate. L'unico modo per convincere il leghista sarebbe fissare all'ordine del giorno almeno uno dei punti più cari alla Lega, dalla flat tax all'Autonomia regionale, senza trascurare il dl Sicurezza bis. Di Maio da parte sua non ha evitato di gettare benzina sul fuoco, visto che già ieri ha escluso che solo uno di quei temi potrà mai comparire tra i punti all'ordine del giorno dei prossimi Cdm. Un muro contro muro senza apparente soluzione, se non quella più paradossale di non riunire affatto i ministri, almeno fino al 26 maggio.

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