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Pierluigi Bersani, l'ex ministro torna col Pd e scopre le carte: come si vuol schiantare con Di Maio

Gino Coala
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Pier Luigi Bersani non riesce ad ammetterlo nel colloquio pubblicato su La Stampa, ma in questa campagna elettorale è tornato a lavorare per portare voti al Partito democratico. Una pattuglia di ex dirigenti di LeU ha trovato spazio nelle liste dem e l'ex ministro con il solito spirito aziendalista si è rimesso a lavoro, con un cruccio che non riesce a togliersi dalla testa: tentare ancora una volta un governo con il M5s. Leggi anche: Dimartedì, Senaldi ammutolisce Bersani: "Ricordate cosa avete fatto?". Pensioni e Fornero: Pd asfaltato Non contento dell'umiliazione subita da Beppe Grillo e Luigi Di Maio negli anni passati, Bersani è ancora convinto di riuscire a trovare un punto d'incontro con i grillini. Una tentazione che periodicamente coglie anche il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, dal quale però Bersani è lontano almeno quando si parla del futuro del governo. A sentir lui, non è necessario farlo cadere subito per trovare una nuova alleanza: "Rischiamo di ingessare ancora di più la situazione, prima di votare serve un chiarimento nei 5 stelle, si deve mettere in moto almeno un'ipotesi alternativa". Certo Bersani corteggia i pentastellati a modo suo, per esempio maltrattandoli un po': "Dicono anche cose demenziali, stanno tradendo quella giusta spinta di cambiamento e anti-establishment delle origini". Le prove generali dell'alleanza Pd-M5s potrebbe cominciare per esempio dai prossimi ballottaggi alle elezioni Amministrative: "A partire dall'Emilia-Romagna, la sfida sarà tra noi e la destra. E quei voti sono indispensabili per vincere...". In vena di autolesionismo, Bersani rilancia anche la necessità di una patrimoniale: "Un'imposta personale e progressiva sui beni mobili e immobili. Di patrimoniali - assicura - ce ne sono già, è inutile far finta di no. I soldi che mancano, vanno presi a chi si è arricchito in questi anni. E io credo che i super ricchi una quota la darebbero anche volentieri, pur di evitare che l'Europa vada a gambe all'aria...".

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