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E' scoppiata la passione tra Gad Lerner e Laura Boldrini: "Ti voglio bene", una lettera d'amore sugli immigrati

Maria Pezzi
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Il dio dei barconi li fa e poi li accoppia. Chi ieri non ha letto il Venerdì di Repubblica si è perso qualcosa: la struggente dichiarazione di Gad Lerner per la sua Laura Boldrini. Non per la corrispondenza di amorosi sensi, scontatissima tra i due, ma per l' altezza dell' elegia. Tutti noialtri pennivendoli siamo capaci di fare marchette agli amici, però solo i maestri raggiungono simili vette. C' è da prendere appunti e imparare. Il primo strumento, ci insegna il Vate, è la franchezza. Il sentimento si ostenta, non si nasconde. A partire dal titolo, «Boldrini ti voglio bene», per finire col post scriptum finale: «Ammiro la Boldrini e le voglio bene. Anche se, per sua fortuna, che io le abbia fatto da consulente per l' immagine è solo l' ennesima accusa falsa inflitta a suo carico». Insomma, Lerner vuole dirci che non è stato pagato, né ora né mai, per svolgere certi lavori. Messaggio ricevuto: è tutto gratis, nel senso che al bonifico provvede Repubblica. Ma lo strumento più potente è l' altro, la finzione. È la prima regola di ogni narrazione epica: per fare risultare eroico un personaggio devi dipingerlo come un nuotatore controcorrente, un lottatore ostinato che ha il fegato di dire ciò che nessun altro dice, pagandone le conseguenze sulla propria pelle. Nessuno s' innamora di chi ripete il solito birignao, per di più costruendoci sopra una ricca carriera. Ovviamente sono proprio i riciclatori di luoghi comuni quelli che più smaniano per apparire come spericolati bastian contrari. Il meccanismo - È un meccanismo che Federico Rampini, altra firma di Repubblica, mette bene a nudo nel capitolo del suo libro dedicato alle star della cultura e dello spettacolo: «Oggi, quando una celebrity decide di prendere una posizione "scomoda, coraggiosa, provocatoria", dice qualcosa su cui il 99 per cento dei suoi fan è già d' accordo, a priori». Vale anche per i politici: il grillino Alessandro Di Battista, noto spacciatore di banalità terzomondiste, ha titolato il suo libro Politicamente scorretto. Ed è proprio qui, quando si tratta di maneggiare l' arte dell' invenzione, che Lerner dà una pista a tutti. Il giornalista innamorato lascia il posto al consulente che, a sua insaputa, vive dentro di lui. Lo spin doctor d' alto bordo, quello capace di imbellettare un politico-merluzzo facendolo apparire come un guizzante salmone selvaggio. Bisogna leggerlo, per capire: «Laura Boldrini non piace alla gente che piace. L' aver trascorso un quarto di secolo all' interno delle strutture istituzionali delle Nazioni Unite, viaggiando in lungo e in largo per il mondo, non fa curriculum nei palazzi romani. () Poco considerata nei gruppi dirigenti disuniti della sinistra, perlopiù snobbata dal giornalismo d' opinione progressista...». Per approfondire leggi anche: Sea Watch, Lerner fuori controllo E via così, con la giaculatoria della santa laica tanto audace da risultare scomoda ai compagni e odiata dal fascismo risorgente. La coscienza ingombrante della sinistra, una Pasolini dei nostri tempi, con la differenza che quello stava con i celerini e lei sta con i centri sociali. Grandi qualità - Ecco, occorrono qualità non comuni per mettere la firma su certe frasi. Per scrivere che quanto fatto dalla Boldrini per difendere l' immigrazione dentro l' Onu e l' Alto commissariato per i rifugiati non è stato apprezzato negli infidi palazzi della politica romana, quando solo per quei trascorsi la sinistra, sulla fiducia, le ha regalato la presidenza della Camera appena entrata in Parlamento. Per sostenere che la carta stampata progressista la snobba, quando negli ultimi dodici mesi risultano essere state fatte alla ex terza carica dello Stato venticinque interviste riguardo ogni argomento possibile, dal caso Regeni a Mimmo Lucano, da parte di testate come Corriere della Sera, Repubblica, Fatto, Manifesto e persino Avvenire. Per il resto è il solito Lerner, convinto che ogni cattiveria sia commessa da chi vota per Salvini e Marine Le Pen. Per suscitare empatia nel lettore ricorda la candidata sindaca di Colonia, accoltellata perché troppo accogliente con i migranti, e le altre vittime simili alla Boldrini. Per completezza d' informazione avrebbe dovuto aggiungere l' olandese Pim Fortuyn, ucciso da un ecologista di sinistra, il regista Theo van Gogh, ammazzato da un fanatico islamico, e magari anche la povera italiana Desirée Mariottini, trucidata nel più barbaro dei modi da quelle che la Boldrini chiama «risorse», e gli altri martiri di un' immigrazione senza controllo. Ma l' elenco si sarebbe allungato troppo e l' agiografia, forse, non sarebbe venuta altrettanto bene. di Fausto Carioti

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