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Vittorio Feltri sulla differenza tra Milano e Roma

Maria Pezzi
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 Chi non conosce Milano e non la frequenta abitualmente non può comprendere che il divario fra Nord e Sud è diventato incolmabile. Il capoluogo lombardo, grazie anche a sindaci speciali quali Albertini e Moratti, è diventato una metropoli mondiale, funziona a meraviglia, i servizi pubblici e privati sono assai efficienti, la vita che vi si svolge è perfettamente allineata ai massimi livelli europei e non solo. La civiltà abita qui, il denaro altrettanto, lo sviluppo nasce da queste parti. Basta percorrere le vie del centro per percepire la capacità milanese di non arrendersi all' andazzo nazionale. La gente del Mezzogiorno che si trasferisce in Lombardia e vi si insedia, dopo un breve periodo si abitua a campare in modo civile, apprezza gli stili esistenziali della regione e solo alla idea di dover rientrare nel Meridione pensa al suicidio. Roma, invece, da luogo incantevole si è trasformato nell' ultimo ventennio in un centro spaventoso, dove trionfano caos e pressappochismo sia istituzionale sia sociale e in cui comandano i cinghiali e i gabbiani più aggressivi. Io, quando arrivo nella capitale e mi sposto da piazza del Collegio Romano, mi sento a mio disagio come se fossi piombato al Cairo. Mi prende una voglia matta di risalire sul treno e correre a Milano, che è accogliente, rispettosa e al sottoscritto ha dato di più di quanto io gli abbia mai restituito. Tutto ciò per dire che è l' ambiente a condizionare il comportamento delle persone, siano terroni o polentoni, non importa, e non siamo noi umani a creare l' habitat. Per approfondire leggi anche: Feltri: "Il Nord è stanco, Salvini non faccia finta di nulla" La città ambrosiana non è un miracolo, bensì una costruzione meravigliosa alla quale hanno contribuito tutti coloro che ci hanno lavorato e ci lavorano con passione. La dimostrazione sta nel fatto che su un milione di abitanti solo 70 mila sono meneghini; gli altri, per la stragrande maggioranza, provengono dalle terre del Sacramento, eppure nessuno se ne accorge. Milano produce occupazione, serietà, ordine e in cambio ti chiede soltanto impegno e rigore nel rispetto delle regole. Il resto viene da sé. L' Italia in pratica è divisa in due tronconi da sempre, eppure oggi la distanza dell' uno dall' altro si è acuita e questo non alimenta le speranze di una fusione. Coloro che dalla Lombardia e dal Veneto seguono le vicende politiche capitoline non capiscono un accidenti, hanno l' impressione di essere cittadini di un altro pianeta. E hanno ragione. Che c' entrano Treviso, Brescia e Varese con le borgate romane infestate dai rom? Noi siamo talmente scemi da pagare le tasse i cui proventi si disperdono in mille rivoli del Sud e poi se chiediamo l' autonomia ci accusano di voler spezzare lo Stivale per puro egoismo. L' avidità semmai è di quei meridionali che ci spremono come limoni prima di gettarci nella spazzatura. Ne abbiamo piena l' anima: qui si tratta di decidere se sposare il modello evoluto del Settentrione oppure se abbandonarci alla guida sgangherata di Di Maio, Fico e personaggi simili, pur sapendo che ci condurranno in fondo al pozzo nero. di Vittorio Feltri

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