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Roberto Fico e la trasparenza M5s: "Vietato fare foto in aula", cosa nasconde?

Davide Locano
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E niente c' è poco da fare. Più passano il loro tempo sugli scranni del Parlamento, più fanno esperienza a Montecitorio e Palazzo Madama e più i Cinque Stelle diventano uguali a tutti gli altri partiti e perdono quelli che vendevano come i tratti distintivi del loro modo di occuparsi della cosa pubblica. Ieri è stata la giornata del doppio mandato. Una sorta di simbolo del grillismo. Si diceva, per evitare che l' attività politica diventi una sorta di lavoro e magari si resti invischiati nei meccanismi poco chiari che spesso girano intorno agli affari della politica chi viene eletto con il Movimento può fare solo due mandati. Non farà attività politica per un minuto in più. E invece ieri Di Maio si è inventato il mandato zero per dare la possibilità ai consiglieri comunali di fare un' altra legislatura. E tra poco toccherà a senatori e deputati. Scommettiamo? Ma ieri è successo anche dell' altro. Il presidente della Camera, Roberto Fico, ha inviato una lettera a tutti i presidenti dei gruppi chiedendo loro di evitare foto e riprese audio e video. Leggi anche: L'idraulico Roberto Fico impone di usare i rubinetti «Ove tali comportamenti abbiano a ripetersi - scrive - e siano tali da turbare la libertà delle discussioni o l' ordine delle sedute, gli stessi potranno essere oggetto di valutazione anche ai fini dell' applicazione di sanzioni disciplinari». L' Ufficio di presidenza della Camera, spiega Fico nella lettera, ha esaminato alcuni episodi verificatesi nelle scorse settimane, episodi «suscettibili di valutazione sotto il profilo discilinare». Il Collegio dei Questori ha evidenziato che «l' ordinato svolgimento dei lavori parlamentari è stato in più occasione turbato anche da atteggiamenti provocatori posti in essere da taluni deputati, atteggiamenti fra i quali è stata in particolare segnalata l' effettuazione di fotografie e riprese audio e video durante le sedute dell' Assemblea o nelle fasi della lor sospensione». Da qui l' iniziativa del Presidente della Camera di prendere carta e penna e scrivere ai capigruppo affinchè portino a conoscenza dei loro deputati «questo orientamento condiviso dall' Ufficio di Presidenza, auspicando che ciò possa contribuire a un sempre più ordinato e migliore andamento dei lavori parlamentari». Si parla di rispetto delle istituzioni, certo. Ma fa sensazione vedere che una lettera del genere arrivi da uno dei leader del partito che faceva della trasparenza e della necessità di mettere in streaming qualsiasi discussione uno dei tratti distintivi. Ma si sa quando si sta all' opposizione si vuole tutto alla luce del sole, una volta al governo la prospettiva cambia e la riservatezza diventa un valore. (NI.ZA.)

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