Paolo Mieli avverte Matteo Salvini: "Troppo poco per uno che ha preso il 34%", allarme rosso?
"C'è un vincitore, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, e uno sconfitto, il suo vice Matteo Salvini". Paolo Mieli era stato lapidario su quella che poteva essere la fase successiva alle Europee: questo, infatti, quanto aveva detto la firma del Corsera dopo il delinearsi della situazione post-voto. E una medesima sconfitta, a suo parere, potrebbe ripetersi dopo il voto sulla Tav: "Il premier può contare su una maggioranza ombra in cui è sostenuto, pur non formalmente, anche da Pd e Forza Italia". Il leader della Lega non può dunque cantare vittoria: "Ai primi di settembre ci sarà il voto sulla legge costituzionale di riduzione del numero di parlamentari: dopo sarà complicatissimo andare alle elezioni. Salvini deve fare molta attenzione" spiega in un'intervista al Fatto Quotidiano. Il punto, però, per Mieli è che "uno che ha ottenuto il 34 per cento alle Europee, che ha avuto l'occasione di andare alle urne e non lo ha fatto e si accontenta di chiedere la testa di un ministro, dà una prova deludente al suo elettorato. In autunno - prosegue - il governo dovrà affrontare sfide durissime, non credo gli gioverà mettere sul tavolo lo scalpo di Toninelli" Leggi anche: Crisi, Giuseppe Conte al Quirinale da Mattarella Non solo, per l'ex direttore del Corriere della Sera "ci vuole coraggio a rinunciare a quello che si ha per aprire una fase che è comunque avventurosa". E ancora: "Tutti dopo rimprovereranno Savini per non averlo fatto (tornare subito al voto, ndr): capitò a Renzi nel 2016 e ancora prima a Craxi nel 1991. Questo ardimento gli uomini politici italiani raramente lo hanno: accade più spesso, anche se con fortune diverse, altrove. C'è poi l'incognita giudiziaria. Molti commentatori e addetti ai lavori parlano del Russiagate come se ci fosse una carta coperta. Qualcosa che potrebbe mettere in guai seri Salvini". Guai però che ad ora non intaccano il parere dell'elettorato: "Tutte le notizie che sono emerse, a due riprese da febbraio a oggi, hanno avuto un impatto nullo sia sui sondaggi che sulle elezioni europee. Il vero timore di Salvini è che un eventuale, più grave, scandalo giudiziario possa fornire l'alibi per un esecutivo di unità nazionale con la Lega all'opposizione. Magari presieduto dallo stesso Conte", conclude Paolo Mieli.