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Matteo Renzi, contatti col M5s: governo per evitare il voto e tagliare i parlamentari

Davide Locano
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Luigi Di Maio gli ha dato del "giullare" per averlo accostato a Matteo Renzi. Il giullare sarebbe Matteo Salvini, il quale parlando di inciuci per evitare il voto ha riferito di strani contatti tra il fu rottamatore e il capo politico M5s. Suggestione? Non proprio. Perché è pieno zeppo di retroscena di stampa che danno conto del tentativo, partito dai renziani, di trovare un accordo coi grillini per evitare il ritorno alle urne. La consueta manovra di palazzo a cui Renzi, uno spregiudicato e pronto a tutto per uno strapuntino di potere, ci ha ormai da anni abituato (Enrico Letta ne sa qualcosa). L'ex premier si muove in questo modo - e in contrasto con la linea ufficiale del segretario Nicola Zingaretti, che invoca il voto subito - per due ragioni: la prima, in Parlamento la truppa di onorevoli eletti risponde in gran parte a lui (e questi sanno che col pd zingarettiano non verrebbero rieletti); la seconda, il voto immediato non gli permetterebbe il varo del suo nuovo soggetto politico. Dunque, eccoci all'ultima impensabile piroetta di Renzi: in questo momento gli vanno bene pure i grillini. Gli stessi grillini con cui fino a un paio di giorni fa diceva che non si sarebbe mai, mai, mai apparentato. Leggi anche: Il politologo promuove le mosse di Salvini Altro che giullare, Salvini. I contatti ci sono, sono in corso. I grillini, però, per ora chiudono. Di Maio nega con insistenza ogni possibilità di accordo con Renzi e Pd, e per una volta c'è da credergli. Per ora. Il punto è che ci sarebbe una via per dare legittimità a questo ipotetico governo, legittimità almeno secondo loro. Farne un "esecutivo di scopo", che approvi la riforma costituzionale che taglia di 345 unità gli scranni dei parlamentari. Riforma che sta molto a cuore ai grillini e che il Pd a matrice renziana potrebbe accordare. Se la legislature finisse prima della seconda approvazione, prevista per il 9 settembre, anche la legge decadrebbe. Al contrario, se scattasse la seconda approvazione, il governo avrebbe ancora un anno di vita - forzato - per consentirne il varo definitivo (anche per questo Salvini ha rotto, conscio del fatto che se fosse arrivato a settembre sarebbe rimasto imbrigliato almeno altri 12 mesi nel governo gialloverde). Insomma, l'inciucio Di Maio-Renzi, per quanto improbabile, non può essere escluso. Come detto, i contatti ci sono stati. E, soprattutto, Sergio Mattarella farà tutto ciò che è in suo potere pur di agevolarlo, terrorizzato non solo dal voto ma anche dalla possibilità che, con nuove elezioni, non vi siano i tempi tecnici per occuparsi della manovra in autunno.

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