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Matteo Renzi spinge il Pd verso il M5s, prima slavina: "Credibilità distrutta", chi molla Zingaretti

Giulio Bucchi
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«La politica delle giravolte ha distrutto la credibilità della politica». Carlo Calenda rompe la armonia interna al Pd creata con lo stop a Salvini in Senato e spara a zero sull' ipotesi di creare un "governo di scopo", progetto che potrebbe poi protrarsi fino alla fine della legislatura. Leggi anche: "Hanno nauseato gli italiani". Rampini da ovazione in diretta: bastona Pd e M5s L' ex ministro dello Sviluppo, via Twitter, ha messo all' indice quegli esponenti del Pd (a partire da Matteo Renzi) che nei mesi scorsi avevano detto no a un patto con M5S, per poi cambiare idea. Poi, Calenda ha affondato paventando una rottura con il Pd: «Ho detto con chiarezza e da molto tempo cosa farei in caso di alleanza Pd-5S e intendo comportarmi coerentemente. Per quello che vale non intendo accodarmi». Le "cannonnate" del fondatore di Siamo europei non hanno colto di sorpresa il Nazareno, anche perché Calenda ha sparato sin dal primo momento contro quella che lui stesso definisce "convergenza Bettini". Una linea, quella tracciata dall' ex eurodeputato dem, che però nel Pd vede impegnato un fronte che va da Dario Franceschini alle minoranze di Base riformista (Lotti e Guerini), Fianco a fianco (Martina) e Sempre avanti (Giachetti). Zingaretti continua a muoversi con cautela, continua a preparare i dem per il voto, pur non negando il fatto che i dem devono mostrare responsabilità e soprattutto unità.

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