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Matteo Renzi subito contro Luigi Di Maio: "Un ministro che sa l'inglese come l'italiano, male"

Davide Locano
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E che inciucio sia, ratificato dalla piattaforma Rousseau. Nasce il governo di Pd e M5s, a breve il giuramento e la squadra dei ministri, i cui nomi però sono nel frattempo già trapelati (pochi dubbi relativi a poche caselle). Squadra di ministri che si preannuncia debole, soprattutto da parte dei democratici: di dicasteri ne strappano parecchi, ma sembra proprio che li riempiranno con nomi di scarso rilievo, con profili bassi. A parte Dario Franceschini - onnipresente quando si tratta di poltrone - i big democratici si fanno da lato, si sfilano. Indice del fatto che in questo esecutivo-pastrocchio ci credono davvero poco. E credere alla maggioranza giallorossa, in effetti, è impresa assai difficile: nemici giurati da sempre e tutt'ora su posizioni antitetiche su tutto, ci si chiede come piddini e grillini possano convivere. Leggi anche: "Chi tradisce, paga": Di Maio avverte Renzi E il fatto che il profilo di questo governo sia davvero bassissimo lo conferma anche Matteo Renzi, con rapide e pungenti confessioni affidate ad Augusto Minzolini, il quale ne dà conto in un retroscena pubblicato su Il Giornale: "Nasce un governo tecnico - ha confidato Renzi al Minzo - e neppure dei migliori. Anzi. C'erano in ballo personaggi come Cantone e Gabrielli e invece...". Già, invece niente. Figurine, personaggi in cerca d'autore. Ma anche Luigi Di Maio al ministero degli Esteri, ormai sostanzialmente certo. Una nomina contro la quale si scaglia sempre Renzi, sempre confidandosi a Minzolini: "E avremo pure un ministro degli Esteri che sa l'inglese come l'italiano, cioè male", spara ad alzo zero. Insomma, le premesse sono le peggiori: ancor prima del giuramento, Renzi dileggia Di Maio. Per onor di cronaca, il fu rottamatore conclude profetizzando: "La legislatura arriverà fino al 2023, questo governo non lo so". Un nuovo ribaltone è già in cantiere?

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