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Giuseppe Conte trascinato a picco dai servizi segreti. Cosa non torna: Copasir, 007, F35, salta il premier?

Giulio Bucchi
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I servizi segreti trascinano a picco Giuseppe Conte. Non c'è solo la partita aperta da Matteo Renzi sulle deleghe in mano al premier. La grana, vera, è il caso Russiagate, con i contatti tra il ministro della Giustizia americano William Barr e i capi degli 007 italiani. "Dopo l'audizione di fronte al Copasir", fanno sapere al Corriere della Sera da Palazzo Chigi, il premier "si occuperà personalmente di un chiarimento interno all'intelligence". Potrebbe però non bastare. Troppo esplosiva, infatti, il faccia a faccia del direttore del Dis Gennaro Vecchione, "legato da antica amicizia con Conte", con Barr, uomo di Donald Trump, a Ferragosto. "È Conte ad autorizzare il colloquio", sottolinea il Corsera.  Leggi anche: Becchi, Conte e il Russiagate. Il complotto anti-Salvini svelato da queste date "Il contenuto del faccia a faccia rimane segreto, ma è presumibile che in quella sede Vecchione si sia impegnato a fornire le informazioni richieste visto che appena un mese e mezzo dopo parte una lettera di convocazione per il direttore dell'Aise Luciano Carta e per quello dell'Aisi Mario Parente", spiega ancora il quotidiano diretto da Lucio Fontana. Al centro dell'interessamento di Barr i legami tra l'Università romana Link Campus (molto vicina agli ambienti M5s) e il professor Joseph Mifsud, al centro di un intrigo internazionale tra Usa e Russia. "Al Copasir Conte dovrà chiarire se i servizi segreti italiani abbiano fornito a Barr documenti o notizie riservate", anticipa il Corsera, oltre a spiegare "come mai, appena qualche giorno dopo abbia fornito assicurazioni sugli F-35 senza consultare i ministri competenti". Una accelerazione, quella sui caccia militari, risultata decisamente indigesta per Di Maio e i grillini.

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