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M5s, Luigi Gallo nella chat privata: "Ci serve un esorcismo", nel mirino Beppe Grillo e Di Maio

Davide Locano
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Lo scontro tra il premier Giuseppe Conte e il capo politico del M5S, Luigi Di Maio, sulla manovra economica fa salire la tensione anche all'interno del gruppo parlamentare M5s, che assiste con preoccupazione al braccio di ferro di queste ultime ore e - come emerge da alcune conversazioni private tra i parlamentari di cui dà conto l'AdnKronos - non vuole rimanere stritolato nella morsa. Ancora una volta a finire sotto la lente è la comunicazione, che a detta di diversi eletti non starebbe offrendo un racconto fedele delle posizioni in capo: in queste ore, infatti, sono fioccate critiche sulla gestione delle uscite dei parlamentari rispetto al confronto Di Maio-Conte sulla legge di bilancio. Confronto che sarebbe miseramente fallito: le posizioni restano distanti. Leggi anche: Paolo Becchi, retroscena sulla notte del ribaltone giallorosso Severe le osservazioni arrivate dalla compagine M5S alla Camera, che, tra l'altro, sconta un vuoto di potere dovuto all'assenza di un capogruppo, che non è ancora stato rieletto. Per descrivere lo stato di smarrimento di questi ultimi giorni e la difficoltà di incidere sulla linea comunicativa, Luigi Gallo, fedelissimo del presidente della Camera Roberto Fico, ricorre a una metafora a metà tra l'horror e la religione: "Beppe Grillo - scrive Gallo in una chat visionata sempre dall'Adnkronos - a Italia 5 Stelle ha detto di smetterla con palloncini e striscioni, con le poltrone tagliate, ma evidentemente abbiamo un M5S che è posseduto, non risponde al gruppo parlamentare, al direttivo, al suo fondatore, ci vuole solo un esorcismo". Parole pesantissime. Per tutta la giornata si sono rincorse voci circa una riunione convocata proprio per fare il punto sulla gestione di questa delicata fase politica da parte della comunicazione e che, puntualmente, si preannuncia infuocata. Sulla carta si tratterebbe della solita riunione del lunedì sui provvedimenti d'Aula ma qualcuno ha voluto allargare il perimetro della discussione coinvolgendo anche la comunicazione. E così ecco che dice la sua, sempre in chat, anche il deputato Gabriele Lorenzoni: "La comunicazione, ragazzi, risponde al capo politico... non prendetevela con i poveri ragazzi della comunicazione". E ancora, aggiunge: "Vi ricordate quando nel 2014 venivano fatti i post in Caps Lock dalla pagina di Beppe Grillo... con quella comunicazione lì Renzi è andato al 42 per cento". Andrea Colletti, che nella passata legislatura è stato anche presidente del gruppo, osserva: "Da contratto nostro la comunicazione non dipende dal direttivo ma se il direttivo vuole licenziare la comunicazione lo può ovviamente fare". Francesco Silvestri - che insieme a Raffaele Trano è in corsa come futuro capogruppo a Montecitorio - espone la sua ricetta per "incidere davvero" sulla comunicazione. "Devono esserci dei momenti in cui si confronti sulle posizioni, sulle tematiche di attualità e di Aula e dia indirizzo a social e comunicazione. Secondo me lavoreranno meglio anche loro così", perché, ragiona il deputato romano, "quando un gruppo numeroso di deputati che si è prima confrontato arriva a dare indirizzi chiari, contratti o non contratti, magari le cose migliorano". Insomma, M5s in ebollizione. E il fatto che queste chat siano state fatte trapelare all'AdnKronos sta lì a dimostrarlo.

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