Giuseppe Conte, sfiducia e addio governo. C'è già la data dell'Apocalisse giallorossa
I risultati elettorali in Umbria hanno delineato un quadro ben preciso. La caduta di una roccaforte rossa dopo ben 49 anni ha fatto scricchiolare qualche certezza all'interno della maggioranza Pd-M5s, tanto da far venir fuori i primi malumori. La straripante vittoria della coalizione di centrodestra targata Lega-FI-FdI con Donatella Tesei, ha dato delle indicazioni ben precise sui livelli di gradimento dell'attuale esecutivo. Certo, si parla di una delle regioni più piccole, ma il ribaltone è frutto di un'alleanza giallo-rossa paradossale, dato che la governatrice uscente, la dem Catiuscia Marini, era stata costretta alle dimissioni proprio per uno scandalo nella sanità denunciato dai 5 Stelle. Il risultato umbro potrebbe riproporsi anche in un'altra regione storicamente di sinistra: l'Emilia Romagna. Il centrodestra ha deciso di puntare sulla leghista Lucia Borgonzoni, la quale, in un'intervista rilasciata su Quotidiano Nazionale, ha parlato di sondaggi a lei favorevoli per il colpaccio, sebbene il governatore uscente del Pd Stefano Bonaccini (seppur uomo di Renzi) abbia buone probabilità di confermarsi secondo i sondaggi ufficiali, soprattutto se riesce a strappare un'ulteriore alleanza con i 5 Stelle. Leggi anche: Regionali Umbria, M5s si stacca dal Pd per le prossime elezioni regionali. Insieme solo in Emilia Romagna Un'altra gatta da pelare per l'attuale esecutivo sarà la manovra finanziaria per il 2020, la quale, dopo aver ottenuto il nullaosta dal Consiglio dei Ministri il 15 ottobre, deve essere approvata dal Parlamento entro il 31 dicembre del 2019. Per il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, questa è la base del suo secondo mandato, una priorità da portare a termine a tutti i costi, come testimoniato dalla pubblicazione del testo del Decreto Fiscale sul Gazzettino Ufficiale il 27 ottobre. Visto quanto accaduto in Umbria, i malumori all'interno dell'alleanza Pd-M5s manifestati dalla sconfitta e le imminenti elezioni in Emilia Romagna, qual è la situazione attuale nella maggioranza? Luigi Di Maio si è visto ridurre i consensi dopo le nefaste alleanze con la Lega prima e il Pd poi, arrivando a manifestare apertamente un addio alle alleanze ai microfoni dopo la debacle umbra; Matteo Renzi, che ha dato il beneplacito a questa strana alleanza Pd-M5s turandosi il naso prima di fondare Italia Viva, sta mangiando la foglia sugli scarsi risultati finora ottenuti; il Pd con Nicola Zingaretti si ritrova depauperato di gran parte dei suoi elementi di punta e privo di un vero e proprio leader politico che indichi una direzione; Giuseppe Conte sta venendo risucchiato dal presunto scandalo per conflitto di interessi col Vaticano; LeU ha sempre meno voce in capitolo nella maggioranza. Tutti questi indizi stanno portando alle prime avvisaglie di una crisi di Governo in piena regola, la quale potrebbe acuirsi proprio nel periodo a cavallo tra l'approvazione in Parlamento della manovra finanziaria e le elezioni regionali in Emilia Romagna in programma il 26 gennaio 2020. Il Governo proverà a reggersi in piedi fino all'approvazione della Legge di Bilancio, dopodiché sosterrà la riconferma di Bonaccini in Emilia Romagna: nel caso in cui dovesse verificarsi il disastro, un disastro talmente epocale da diventare un "cigno nero" della politica, il 27 gennaio 2020 potrebbe diventare la data della caduta definitiva del Conte bis.