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Bruno Vespa: "Il secondo governo Conte nato da un equivoco". Il paradosso della Zia Giovanna: Italia fregata

Giulio Bucchi
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Il secondo governo Conte? "È nato per un equivoco", assicura Bruno Vespa nel suo editoriale del sabato sul Quotidiano nazionale. E forse, proprio per questo, è un tale rompicapo in grado di sfidare le leggi della logica da assomigliare "alla mia povera zia Giovanna", ironizza il padrone di casa di Porta a porta. Tradotto: è grave, sta male, ma miracolosamente non muore mai. O perlomeno, non è ancora morto. Leggi anche: "Avevo fatto ricucire Di Maio e Salvini, poi...". Becchi, cosa non sapete sul ribaltone al Colle Tutto nasce da una grande incomprensione. "Il Pd era convinto che Renzi non volesse allearsi con i 5 Stelle - ricorda Vespa -. Lui però non era pronto per le elezioni e ha preso in contropiede Zingaretti che aveva già le liste in testa. Si aggiunga l'abilità di Conte nel cambiarsi d'abito con una velocità degna del miglior Fregoli ed ecco fatto". Il problema, nota sarcastico il direttore, è che "Renzi ha voluto il presepe, ma qualunque statuina vi aggiunga Conte il presepe non gli piace". E quel che è peggio è che il presepe "non piace nemmeno a Di Maio. A lui piaceva molto di più il presepe di Salvini, al quale non perdona di averlo piantato in asso. La sconfitta in Umbria, se ha consentito a Renzi di smarcarsi dalla maggioranza che ha creato, ma dalla quale si sente estraneo, ha aperto nel M5S una crisi di identità e di legittimazione". Quanto può reggere questo equilibrio precario?

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