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Alessandro Di Battista, siluro sul governo: "Se succede, il M5s non può continuare con il Pd"

Giulio Bucchi
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Un "ritorno di fiamma" tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio? Secondo Repubblica, sì, con il Movimento 5 Stelle trainato di nuovo verso destra dal suo capo politico e da Alessandro Di Battista. Di sicuro, Dibba, intervistato dal Fatto quotidiano, spinge il Movimento lontano da Pd e Italia Viva e lo fa puntando su temi altamente divisivi.    Leggi anche: "Di Maio processato dai ministri M5s, offese e insulti". Un retroscena devastante L'ex deputato grillino, senza incarichi di partito dal maggio 2018, dice di condividere le battaglie di Di Maio su "Mes e fondazioni dei partiti. Sono dalla sua parte, lo sostengo in questa linea". Di fatto, sono due fronti, il "no" al Mes ("Se fossi in Parlamento voterei contro", sottolinea) e i sospetti legati all'inchiesta sui finanziatori di Open, la fondazione di Matteo Renzi, che rischiano di far esplodere i rapporti con Pd (favorevole al Fondo Salva Stati) e Italia Viva e, di conseguenza, il governo. Non solo: "Quello della prescrizione è un tema su cui i dem devono per forza cedere. Fosse per me, andrebbe bloccata al momento del rinvio a giudizio. È evidente che se il Pd votasse con Forza Italia contro questa riforma il M5s non potrebbe portare avanti questo governo. Ma non credo accadrà". Un bel siluro, sganciato in un momento di fibrillazioni a 360°. Ma Dibba non se ne cura e chiede di "alzare il tiro": "Voglio che il Movimento porti avanti le sue battaglie, come la revoca delle concessioni ai Benetton. Su questo noi 5Stelle ci giochiamo il futuro".  aggiunge. Che poi potrebbe essere il suo, di futuro: "Se entrerò nella nuova struttura del M5s? Vediamo. Non vivo di denaro pubblico e devo lavorare per mantenere la mia famiglia".

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