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M5s, i 120mila euro della festa finiti a Rousseau: nel mirino ci finisce Davide Casaleggio

Davide Locano
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Nessuna «spaccatura», nessun «documento» sull'«operato di Luigi Di Maio». Quanto ai soldi passati da Italia a Cinque Stelle, edizione 2017, all' Associazione Rousseau, come rivelato dall' Adnkronos, «tutto trasparente», qualunque iscritto voglia controllare, controlli. Le smentite, si sa, hanno sempre un doppio taglio: se blindano una versione ufficiale, dall' altra parte confermano la gravità di una notizia, in qualche modo confermandola. E ieri, al M5S, è accaduto su due vicende. Sintomo di quello che, ormai, è sotto gli occhi di tutti: la balcanizzazione del Movimento, attraversato da malumori e ribellioni verso gli attuali vertici. Pochi lo dicono apertamente, anche se il sentimento è diffuso. Chi non ha paura di dirlo è Roberta Lombardi, che ieri, su Skytg24, intervistata da Maria Latella, ha attaccato frontalmente Luigi Di Maio, accusandolo di avere un atteggiamento «troppo muscolare». Leggi anche: Nasce Forza Sud? La scissione di Di Maio, ecco il suo partito La prima smentita riguarda retroscena apparsi in questi giorni che raccontano di un documento di alcuni parlamentari che muoverebbe critiche precise al capo politico, Di Maio. «Nessun documento», si legge in una nota del M5S, «è stato redatto circa l' operato di Luigi Di Maio». Si riconosce, però, «la necessità di un confronto periodico» tra i parlamentari «perché ognuno, nei suoi ruoli, deve essere un pezzo di un ingranaggio collegiale qual è appunto il Movimento». È vero, insomma, che serve più collegialità, quello che chiedono nel documento smentito. Ma la vicenda più spinosa riguarda dei soldi. E coinvolge Rousseau, già oggetto di malumuori tra i parlamentari per i versamenti periodici che ogni portavoce deve fare. L' Adnkronos dà notizia del fatto che circa 120mila euro, provenienti dal "Comitato eventi nazionali", somma avanzata dalla organizzazione della kermesse Italia 5 Stelle tenutasi a Rimini nel 2017, sarebbero andati all' Associazione Rousseau. «Se le cose stanno così», ha attaccato Giorgio Trizzino, «è una ragione in più per rivedere le regole che caratterizzano i rapporti tra Rousseau e il M5S». E anche secondo un altro parlamentare, Luigi Iovino, «bisogna fare chiarezza». A sera arriva la seconda smentita. In una nota dell' Associazione Rousseau, si spiega che «il comitato di Italia 5 Stelle 2017 era formato da tre soci: Borrelli, Bugani e Casaleggio che nel 2018 erano i soci anche di Rousseau. A inizio 2018 il comitato è stato chiuso e, come prevedeva lo Statuto, l' avanzo è andato all' Associazione Rousseau. Tutti i donatori sapevano dunque quale sarebbe stata la finalità dei soldi donati e dove sarebbero finite le eccedenze, dato che da quando esiste Rousseau è prassi farlo per ogni comitato del MoVimento 5 Stelle». Quei soldi sono stati utilizzati «per i servizi offerti dall' Associazione a iscritti e parlamentari del MoVimento 5 Stelle, per esempio le parlamentarie del 2018 e le spese legali per i vari processi in corso per difenderci dai nemici del MoVimento». Insomma, tutti sapevano e comunque i soldi sono stati spesi bene. Spiegazione formalmente inattaccabile, ma il coperchio è saltato. E non basta a calmare i malumori. Prova ne è Roberta Lombardi, che intervistata su Skytg24 da Maria Latella, ha attaccato frontalmente Luigi Di Maio: «Preferirei che ci fosse molto meno ricerca del tweet o dell' agenzia e che ci fosse molta più voglia di mettersi effettivamente a conciliare dei punti di vista che possano essere anche giustamente diversi, ma che hanno pari dignità e che devono trovare una forma di mediazione. L' atteggiamento di Di Maio è quello del capo politico di una forza che sta cercando di mantenere la propria identità all' interno del governo ma lo fa in una modalità molto muscolare che non condivido, preferirei che fosse più mediata». di Elisa Calessi

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