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La discarica di Finale Emilia. Allarme di Lega e Confagricoltura: "Coltivazioni e posti di lavoro a rischio"

Davide Locano
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La presenza della discarica di Finale Emilia, sottoposta a sequestro preventivo, mette a rischio alcune coltivazioni. Risultato: le aziende che investono nella produzione ad alta qualità potrebbero investire altrove. Lo dice il senatore leghista Gian Marco Centinaio, ex ministro delle Politiche Agricole. “Il tema ambientale non va sottovalutato, perché rischiamo di perdere attività e posti di lavoro” dice Centinaio. “L'Emilia-Romagna è una terra straordinaria, ma senza una chiara tutela del territorio e un piano regionale di bonifica è in pericolo. Basti pensare al caso della discarica di Finale Emilia. Per colpa del Pd quella zona rischia di perdere attrattività: alcune coltivazioni di qualità sono incompatibili con una discarica”. Per la discarica di Finale Emilia era sceso in campo anche Giancarlo Giorgetti, che in qualità di ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio aveva smentito un coinvolgimento del governo Conte 1 nel caso della discarica di Finale Emilia, come sostenuto erroneamente dal presidente della Regione Stefano Bonaccini del Pd. Ed è di ieri, venerdì 20 dicembre, la polemica di Lucia Borgonzoni e Matteo Salvini, che hanno denunciato gli 847 siti inquinati presenti nella Regione, nonostante la giunta non abbia adottato alcun piano regionale di bonifica. Ora, si fa sentire anche Confagricoltura Modena, con il presidente Gianfranco Corradi: "Nella zona di Finale Emilia ci sono almeno una ventina di aziende agricole di grandi dimensioni, che partecipano a progetti di filiera d'eccellenza e che danno lavoro a tante persone, che hanno dovuto annullare i contratti di fornitura con grandi marchi a causa della discarica di Finale Emilia. Parliamo infatti di produzioni certificate che rispondono a disciplinari specifici e molto severi. L'accostamento con l'immagine della discarica è devastante". E ancora, ha aggiunto Corradi: "Se vogliamo tutelare l'agricoltura non si può fare una discarica in aree di produzioni d'eccellenza. Il progetto di ampliamento della discarica di Finale Emilia impatta in maniera inaccettabile sull'agricoltura, che in quella zona concentra molte produzioni certificate. Senza contare il rischio idrogeologico: se il 18 novembre la rottura dell'argine del cavo diversivo fosse avvenuta dalla parte opposta la vecchia discarica sarebbe andata in 'ammollo' e ci saremmo trovati i rifiuti per le campagne. Fermo restando che grazie alla pronta risposta del consorzio di Burana si è comunque evitato il peggio", ha concluso il presidente.

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