Matteo Salvini pubblica una sua foto con una copia di Libero. Pietro Senaldi: "Gli darei altri due consigli"

di Cristina Agostinidomenica 5 gennaio 2020
Matteo Salvini pubblica una sua foto con una copia di Libero. Pietro Senaldi: "Gli darei altri due consigli"
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Ieri mattina Salvini ha pubblicato sui suoi social la foto che lo ritraeva con in mano la copia di Libero, che apriva con la sua intervista, nella quale il leader leghista tracciava scenari e buoni propositi per il 2020. Obiettivo: Palazzo Chigi. L' ex ministro dell' Interno ha illustrato ai nostri lettori come si sta preparando, intensificando le relazioni diplomatiche ed economiche e studiando il piano di riduzione delle tasse, unico volano della crescita economica. L' iniziativa social di Salvini è stata una carineria verso il nostro giornale, un vigoroso e icastico invito all' acquisto. Evidentemente Libero va a genio al leader della Lega. La cosa ci fa piacere, inutile nasconderlo, perché, pur seguendolo con simpatia, non gli abbiamo mai fatto sconti. L' abbiamo sostenuto nella sua battaglia contro l' immigrazione e ci schiereremo al suo fianco senza se e senza ma qualora chi era al governo con lui votasse per mandarlo a processo per come ha gestito la lotta ai clandestini. Abbiamo anche appoggiato caldamente la sua battaglia per la sicurezza e per allargare l' ambito della legittima difesa e, con più circospezione, quella contro lo strapotere dell' Unione Europea e per la difesa della sovranità italiana. Leggi anche: "Salvini è il migliore dell'anno, e Papa Francesco...". Sondaggio-bomba di Diamanti: classifica impensabile Ma non ci siamo risparmiati le critiche quando ha approvato quota cento, un provvedimento che l' Italia non si può permettere, o ha lasciato passare il reddito di cittadinanza e il decreto dignità, prezzi salatissimi pagati ai grillini. L' abbiamo pungolato sull' autonomia di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, dove si è perso troppo tempo, e gli abbiamo consigliato più accortezza nella critica all' euro, moneta tragica e pericolosa, sia che ce la si tenga, sia la si stracci. Il bigliettino - Il leader della Lega, che è più democratico e attento alle opinioni altrui di quanto viene descritto, ha apprezzato il nostro lavoro e continua a farlo. D' altronde, non ha molta scelta. Siamo l' unica testata che l' ha sempre guardato con affetto, mettendolo in guardia dalle insidie dell' alleato grillino con forza, fin dal primo minuto e pure nei pochi mesi di idillio. Casomai un giorno dovesse diventare premier, per un sussulto di dignità che porti i giallorossi a dimettersi o qualora qualcuno nel governo venga colto dal virus della democrazia e decida che è il caso, dopo nove anni, che l' Italia torni ad avere un premier eletto, non cambieremo il nostro rapporto con il Capitano leghista. Continueremo a sostenerlo criticamente. Due rapide considerazioni politiche per chiudere. Ieri il leader leghista ha fatto involontariamente notizia per un bigliettino abbandonato in un albergo dove in otto punti annotava la strategia vincente per l' Emilia-Romagna. Ignorare i grillini, tanto sono già morti, e viceversa concentrarsi sugli attacchi al Pd, tappezzare le città con manifesti della Lega, alzare il livello dello scontro ma mantenendo il sorriso, parlare tanto della proposta politica nazionale del Carroccio e mai del governo di Bonaccini, toccare il più possibile gli argomenti banche e immigrazione, che imbarazzano la sinistra, cercare come testimonial una famiglia terremotata ancora senza casa, per smontare il totem della buona amministrazione rossa. Media rossi - I giallorossi hanno accusato il leghista di giocare sporco. Invece in quei pochi punti c' è il segreto del successo di Salvini: chiarezza di argomentazioni e di strategia, capacità di individuare i lati forti e quelli deboli dell' avversario, decisione nell' azione. Sono le doti di ogni leader politico, ignote tra i progressisti perché da quelle parti i capi scarseggiano. L' unico che si è visto di recente, Renzi, in realtà non è di sinistra. La narrazione dei media rossi, quasi tutti, e dei loro intellettuali dipinge l' ex vicepremier come un buzzurro cresciuto perché ha terrorizzato gli italiani ingigantendone i problemi e per la sua capacità di apparire come un duro nonché di fare promesse facili. Analisi semplicistica. Salvini ha preso la Lega al 3% e l' ha portata al 35 in tre anni. Un' impresa che non riuscì neppure a Berlusconi, che pure aveva dalla sua la sparizione di Dc e Psi. Matteo è un costruttore di partiti mentre chi lo critica, da Di Maio a Bersani, da D' Alema a Veltroni li ha solo distrutti. O, come Renzi, sgonfiati dopo averli dopati. Questi sono numeri e fatti, non opinioni. Se nel 2020 ci saranno le elezioni, come auspichiamo, lo scontro sarà durissimo. Nulla sarà risparmiato al centrodestra e al suo leader. Neppure un processo per sequestro di persona, come se Salvini rapisse i profughi per denaro o se chi sbarca dalle navi ong fosse libero, appena toccata terra, di andare dove gli pare. Sarà la campagna elettorale dell' odio, ma contro Matteo. La sinistra lo crea e glielo butta contro, accusando poi la sua vittima di seminarlo. Funziona così dai tempi di Stalin, e non è cambiato molto. di Pietro Senaldi

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