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Matteo Salvini, fronte comune con la Meloni: "Voglio il Mattarellum, no al proporzionale con venti partitini"

Giulio Bucchi
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Appello raccolto. Anche Matteo Salvini si schiera contro la legge elettorale di impianto proporzionale studiata da Pd e M5s, come invocato da Giorgia Meloni nella sua intervista al Corriere della Sera. "Sosteniamo il Mattarellum, legge elettorale già sperimentata, efficace, garanzia di stabilità e serietà. Niente passi indietro di trent'anni col proporzionale che resuscita venti partiti e partitini", spiega il leader della Lega facendo "fronte unico" con Fratelli d'Italia.   Leggi anche: "Hanno pensato bene alle tempistiche...". Ricolfi, la trappola di Pd e M5s per Salvini Dal Pd evidentemente sono punti sul vivo e Dario Parrini, capogruppo in Commissione Affari Costituzionali al Senato, picchia duro: "È ormai senza limiti la capacità del senatore Salvini di dire sfondoni sulla legge elettorale. Col proporzionale con soglia al 5% proposto dalla maggioranza, uno sbarramento che l'Italia non ha mai conosciuto, entrerebbero in Parlamento cinque-sei partiti, non di più. Come in Germania. Altro che i 20 di cui straparla lui". "Col Mattarellum - aggiunge - grazie dell'incentivo alla frammentazione fornito dalla logica del collegio uninominale maggioritario a turno unico, le liste che entrarono alla Camera furono 13 nel 1994, 12 nel 1996, 14 nel 2001. Il Mattarellum aveva dei pregi, come ogni sistema elettorale. Ma sicuramente non quelli attribuitigli dal capo leghista". Poi lo slogan, mutuato da quelli di Salvini contro il governo sul tema migranti: "Povero Salvini. O non ha studiato, o è in malafede, o, cosa più probabile, ha entrambe le colpe".

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