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Belpietro: "Renzi che figuraccia"Sallusti: "Pd è il Partito di Napolitano"Travaglio: "Tre ruoli per Giorgio"

Travaglio, Sallusti, Belpietro

Dagli editoriali di Libero, Giornale e Fatto emerge come il presidente della Repubblica faccia vittime pur di mantenere in vita il suo governo

Nicoletta Orlandi Posti
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Ormai è chiaro: chiunque vinca le primarie del Pd non potrà che essere un burattino nelle mani di Giorgio Napolitano. La blindatura della Cancellieri, la figuraccia di Renzi e dei suoi, il comportamento dei giudici, ma soprattutto la "dittatura" di Re Giorgio sono l'argomento dell'editoriale di Alessandro Sallusti che sul Giornale sostiene di aver capito cosa intendeva il presidente della Repubblica quando, davanti alle Camere riunite, aveva promesso la "pacificazione nazionale". "Noi pensavamo che che il presidente avrebbe usato la sua influenza su magistrati, parlamento e governo per abbassare i toni dell'accanimento giudiziario e politico contro Silvio Berlusconi. Sbagliavamo", ammette Sallusti. "Il presidente intendeva che ci avrebbero pensato lui a pacificare con le buone o con le cattive il Pd per garantire lunga vita alla sinistra e al suo premier Letta".  Povero Pd, è il commento di Sallusti: "Lo hanno costretto a salvare una ministra amica dei Ligresti e in passato raccomandata da Berlusconi pur di mandare avanti Letta". Più che di Pd da oggi si parla di Pdn: partito di Napolitano. Per Maurizio Belpietro il fatto che Giorgio Napolitano abbia "fatto ingoiare al Pd la rospa" lascerà il segno nel Partito Democratico: tra i compagni sono volate parole grosse e, pur senza nominarlo, Pippo Civati ha dato dello «str... a Gianni Cuperlo, colpevole di aver calato le braghe dinanzi al volere del capo dello stato. Ma quello che ci rimetterà più di tutti sarà Matteo Renzi il quale "a pochi giorni dal suo annunciato trionfo, dimostra o di non contare nulla dentro il partito che pretende di guidare oppure di essere - per dirla alla maniera di Stefano Ricucci - un moralista con il c... degli altri. Mentre il sindaco di Firenze si esprimeva a favore delle dimissioni della Cancellieri, i suoi onorevoli infatti votavano in senso opposto, salvandola  e salvando il governo. Ovviamente il sospetto che Renzi abbia finto di voler affondare la ministra, accettando per calcolo di tenerla a galla, è forte e, come diceva Andreotti, a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca". "La spregiudicata operazione tenuta a battesimo dal Quirinale", per il direttore di Libero, "oltre a costare politicamente molto al Pd, non restituisce inoltre l'innocenza ad Annamaria Cancellieri, la quale nonostante abbia incassato il voto di fiducia del Parlamento, rimane un Guardasigilli a rischio".  Da parte sua anche Marco Travaglio oggi sul Fatto Quotidiano parla di Giorgio Napolitano come presidente della Repubblica, capo del governo e segretario del Pd che ha blindato, senza possibilità di intervento, la Cancellieri. In più il vicedirettore si diletta a suggerire una riforma per impedire la divulgazione delle intercettazioni che a quanto pare il Colle biasima. La riforma sostiene travaglio la potrebbe scrivere Renato Brunetta che ieri alla Camera aveva chiesto come facesse Repubblica e il Fatto ad avere gli atti delle Procure. "Se volesse capire come sono finiti a noi", scrive Travaglio, "glielo spieghiamo volentieri: sono atti pubblici in quanto depositati agli avvocati e agli imputati dell'inchiesta ormai chiusa sulla spoliazione dei Fonsai, perforata con un buco di quasi un miliardo dalla famiglia Ligresti che lui dovrebbe conoscere bene, visto che gentilmente l'ha ospitato per anni nella reggia Fonsai di via delle Tre Madonne, quartiere Parioli, a Roma".  

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