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Beppe Grillo, Paolo Becchi: "Le dimissioni di Di Maio e la partita sporca del comico in Emilia Romagna"

Davide Locano
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Dello strano ed emblematico silenzio di Beppe Grillo dopo le dimissioni di Luigi Di Maio dal ruolo di capo politico del M5s ne abbiamo già parlato: un chiaro messaggio, la rottura è insanabile. Ma non c'è solo il silenzio, rotto nella tarda mattinata di venerdì con uno scarno e freddo tweet. C'è anche la strategia che il comico, secondo Paolo Becchi, starebbe seguendo. Il filosofo, infatti, ragiona: "Ma come il Capo si dimette e il Garante tace? Certo, il regista dell'operazione è meglio che dopo aver lanciato il sasso nasconda la mano", affermava riferendosi ovviamente a Grillo, che avrebbe mosso le pedine sulla scacchiera. Parole pronunciate prima del tweet del capo-comico, che però non cambia di una virgola il qudro. Leggi anche: "Cosa deve dire su Grillo": Becchi, l'affondo dopo le dimissioni di Di Maio "Si vota in Emilia e in Calabria ma l'Elevato non si è spostato da Sant'Ilario - riprende Becchi -. Della Calabria non importa più niente a nessuno. Il M5s non entrerà neppure in consiglio regionale. Ma gli interessi in Emilia sono forti - sottolinea il filosofo -. Se Grillo dopo essersi liberato di Di Maio vuole realizzare il suo progetto deve far vincere Bonaccini in Emilia. Il suo silenzio può essere interpretato in un modo soltanto: non votateci. E votate Bonaccini. La partita di domenica è dunque anche la partita di Grillo contro Salvini", rimarca. Dunque, il commento durissimo: "Una partita sporca perché mira a sconfiggere Salvini distruggendo il suo stesso candidato". E per tutelare il candidato, questo scarno tweet non può bastare: PER ASPERA AD ASTRA Grazie Luigi per come hai gestito la situazione, per tutto quello che hai fatto per il M5S e per quello che continuerai a fare. In alto i cuori!— Beppe Grillo (@beppe_grillo) January 24, 2020 Infine, da parte di Paolo Becchi, una considerazione relativa all'ultimo appuntamento elettorale in Emilia Romagna, giovedì sera a Bologna, dove sul palco c'era proprio Di Maio. Ad ascoltarlo, appena 200 persone: "Un partito che mira a far vincere un altro partito che partito è?", conclude Becchi.

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