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APPROFONDIMENTO Letta: "A certi ayatollah il rigore non basta mai"

Enrico Letta

Il premier contro l'Europa delle lacrime e del sangue: "La stagione delle rinunce è ormai alle spalle". Poi difende il suo lavoro

Andrea Tempestini
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Anche Enrico Letta, ora, si ribella alla dittatura europea. Complice (forse) la recente stroncatura della legge di Stabilità da parte di Bruxelles, in occasione dell'assemblea di Federcasse, il premier prende la mira e spara: "La stagione di solo rigore ce la siamo lasciata alle spalle, ma quella della crescita deve basarsi sulla solidità nei conti". Poi assicura più volte: "Noi abbiamo i conti in ordine". Quindi la sparata più forte: "Sul fronte europeo per alcuni ayatollah del rigore non è mai abbastanza, ma di troppo rigore - spiega - l'Europa finirà per morire e le nostre imprese anche. Sul fronte interno, poi, ci sono ancora troppe persone che pensano che si possa andare a deficit e quindi fare debito. E io mi trovo nel mezzo, servono spalle solide", ribadisce. Il premier continua a difendere l'Italia: "Mentre siamo stati discoli sul terreno del debito pubblico, siamo stati molto accorti sul debito privato e dobbiamo usare questa accortezza per il rilancio".

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