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Governissimo, Sergio Mattarella teme l'effetto-panico: così il coronavirus nuoce a Salvini

Marco Rossi
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Unità, razionalità e normalità. Sono questi i tre punti fermi di un Quirinale che segue ora dopo ora gli sviluppi dell' emergenza Coronavirus. Sergio Mattarella, infatti, è fermamente convinto che solo la coesione di tutta la politica possa davvero dare una mano nella giusta direzione, facendo rientrare allarmismi eccessivi che non fanno che complicare il quadro complessivo. Di qui l'appello all'unità di, durante l'intervento al trentesimo anniversario di Telethon. Ma anche il forte richiamo alla conoscenza, "unico antidoto a paure irrazionali". Il capo dello Stato, infatti, è sì ben conscio che la crisi non è ancora alle spalle e che i prossimi giorni saranno decisivi per valutare le reali dimensioni dell' emergenza. Lo scrive il Giornale in edicola sabato 29 febbraio. Leggi anche: Paolo Becchi sul Governissimo Nelle stanze del Quirinale lo scenario di un governissimo o di un esecutivo di salute pubblica non è mai stato sul tavolo. In primo luogo perché nessuno l' ha proposto al capo dello Stato, neanche Matteo Salvini quando mercoledì ha incontrato Mattarella dopo aver annunciato in conferenza stampa la sua disponibilità a un governo con tutti dentro che porti il Paese al voto. Lo ha ipotizzato a favore di telecamere, ma non ne ha fatto parola con il capo dello Stato. Che, peraltro, non è incline a un simile scenario proprio per gli argomenti di cui sopra. C'è una crisi sanitaria da affrontare, certo, ma non un' emergenza di salute pubblica tale da rendere plausibile un governissimo. Una soluzione che non farebbe che alimentare la percezione di un' emergenza senza precedenti. Peraltro, in uno scenario simile non è affatto chiaro quale sarebbe il bilancio di costi e benefici. 

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