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Vertice di maggioranza, i renziani: "Alfano non deve entrare nel governo"

Matteo Renzi e Angelino Alfano

Ignazio Stagno
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Un varo tranquillo per il governo Renzi? Niente affatto. Lo scenario si infuoca nel giro di pochi minuti. Lo scontro è frontale. La possibile rottura tra le forze di una teorica maggioranza, ora, è più che un'ipotesi. Il segretario del Pd non si è presentato al vertice della prossima teoarica maggioranza. In contemporanea, la condizione più pesante posta da Matteo Renzi è stata recapitata al quartier generale di Ncd: “Via Angelino Alfano dal governo. Accetto tre ministri in quota Ncd, ma devono essere facce nuove. Angelino non può esserci”. Il terremoto politico, dopo questa bordata riportata dall'Huffingtonpost è assicurato. In nome del rinnovamento, Renzi ha fatto sapere che non porrà nessun veto su una figura di Ncd al Viminale ma a patto che non si Alfano.  "Via Alfano dal governo" - A meno di 48 ore dal (probabile) giuramento il premier in pectore rilancia: “Non farò mai - ha ripetuto ai suoi - una specie di governo Letta senza Letta”. Quella di Alfano è la testa principale da sacrificare sull'altare del rinnovamento. “Che succede . trapela dall'inner circle di Renzi - se tra un mese esce un'altra intervista di Procaccini sul casino che ha combinato Angelino coi kazaki?”. Ma le perplessità di Renzi vanno oltre, e riguardano il ruolo avuto da Angelino in questi mesi, praticamente l'ombra di Letta. Il “complice” di un disegno “neocentrista”, che gli italiani non hanno digerito. Insomma, Renzi ignora le dritte di Napolitano che nell'incontro infuocato di ieri sera, mercoledì 19 febbraio, gli ha consigliato di mantenere Saccomanni all'Economia e soprattutto Alfano agli Interni. Re Giorgio sa bene che senza i voti di Angelino, Matteo resta fermo al palo e il governo potrebbe non nascere mai.  Bordate da Ncd - E che la tensione sia alle stelle, lo dimostra anche l'esito - negativo - del vertice di maggioranza disertato da Renzi. Maurizio Sacconi, di Ncd, sottolinea che "ci sono molte criticità nel programma di governo". Poco prima dell'inizio dei lavori era stato Fabrizio Cicchitto a lanciare un messaggio trasversale a Matteo: "Berlusconi, ovvero dell'opposizione di sua maestà, anzi: sul piano personale Renzi è stato addirittura adottato. Evidentemente gli utili idioti si moltiplicano, ma in questo caso l'educazione vuole che si parli di un genio utilissimo". Parole che non si capisce come si possano conciliare con un'intesa con Renzi, il tutto a poche ore dal varo dell'esecutivo, che ora più che mai appare a rischio. Renzi, comunque, si presenterà sabato al Quirinale per sciogliere la riserva e annunciare i ministri; il voto di fiducia in Parlamento è previsto per lunedì, in Senato, a partire dalle 14. Risposte al fuoco - Renzi pone un aut-aut, e gli alfaniani reagiscono. Risponde al fuoco anche Gaetano Quagliariello, che avvisa: "Potremmo non entrare al governo”. Aggiunge l'ex ministro: “'Non ci deve essere neppure il dubbio che si stia facendo la nuova legge elettorale per poi non fare le altre riforme e andare alle elezioni”. Le perplessità vengono espresse anche da Scelta Civica: "Dobbiamo ancora rivederci", spiega all'uscita Pino Pisicchio di centro democratico. "Ci sono dei punti ancora da chiarire", aggiunge Lorenzo Dellai. In particolare l'impasse riguarda la riforma elettorale. "Dobbiamo chiarire il rapporto con le riforme". Intanto Renzi prova a gettare acqua sul fuoco e afferma: ""Questione di ore e chiudiamo tutto".  Staremo a vedere. 

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