Il tempo della resa dei conti è arrivato. Il Movimento 5 stelle prova a ’smaltire' la delusione del flop alle Europee ma il dibattito non è affatto indolore. L’assemblea congiunta di deputati e senatori per fare un’analisi del voto è stata rinviata alla prossima settimana. Un po' di tempo, viene spiegato, per metabolizzare quello che è stato comunque uno choc, un risultato al di sotto di ogni aspettativa. Nel frattempo si allarga il fronte dei dissidenti a cinque stelle che vorrebbero un nuovo leader. Non basta più Beppe Grillo, preferiscono Federico Pizzarotti. Lo corteggiano, lo sommergono di sms, pianificano incontri riservati, si legge su Repubblica. Sfiancati da mesi di braccio di ferro cercano di convincere il sindaco di Parma a rompere gli indugi. Per costruire un Movimento diverso sfruttando la scossa elettorale. I dissidenti - Da parte sua il sindaco grillino già più volte a rischio espulsione in passato e in rotta con il duo Grillo-Casaleggio chiede di fare una «doverosa autocritica». «Il Movimento - tuona - è stato sconfitto, ed è da qui che ripartiremo con maggiore slancio e più forti di prima. Ma dobbiamo dircelo e dobbiamo riconoscerlo. C’è il tempo delle vittorie e dei successi, ma c’è anche il tempo della sconfitta e di una doverosa autocritica». E soprattutto sostiene che «non dobbiamo essere quelli che »danno la colpa agli altri«, ma quelli che possono fare diversamente». O facciamo autocritica per crescere o rimarremo relegati all’opposizione». Parole dure arrivano anche da Tommaso Currò, altro deputato che nei mesi scorsi ha corso il rischio di essere espulso. Oggi chiede uno stop a quello che battezza «cerchio magico in cui i fedeli servitori di Grillo sono in malafede». E sollecita Grillo e Casaleggio a «legittimare ad esistere chi manifesta un’indole un po' più mite, un po' più calata sulla materia lavorativa per iniziare ad avere un dialogo interno: non è possibile che Grillo porti sul palco soltanto cinque o sei persone, i fedeli servitori, in una manifestazione plastica di come lui intende un gruppo parlamentare». Anche se Currò nega oggi di voler lasciare il Movimento. Anche Walter Rizzetto, altro deputato già inserito tra le voci critiche al Movimento, osserva caustico su twitter: «’Dobbiamo sorridere di più e abbassare i toni'. Quando lo diceva qualcun altro era additato come dissidente» dice riferendosi implicitamente al suggerimento che arriverebbe dai vertici. Patriarcato a cinque stelle - Quest'attivismo, ovviamente è stato captato dai radar della Casaleggio associati. E ha provocato la gelida reazione del guru: «È Pizzarotti che manovra questi dissidenti. Vogliono sgambettarci, ma noi andiamo avanti». L'asso nella manica di Gianroberto pare sia il figlio Davide Casaleggio. Complice anche la convalescenza del padre dopo l'intervento subito ad inizio aprile, si legge nel retroscena del Corriere, il giovane sta assumendo man mano ruolo e responsabilità sempre più rilevanti all'interno dei Cinque Stelle. Ieri Davide, che è socio fondatore della società di marketing che cura il blog di Grillo, è stato immortalato al fianco di Grillo nel primo vertice internazionale dei pentastellati, nel primo blitz oltreconfine a Bruxelles, per decidere alleanze e strategie in un momento-chiave per il M5S. Una immagine che apre nuovi scenari, che ridelinea - senza per questo minare l'asse tra Grillo e Casaleggio - la plancia di comando del Movimento. Casaleggio jr. sta ampliando il suo raggio d'azione e di intervento. E non è detto che non sia lui l'uomo che prenderà il posto di Grillo. Espulsioni in vista - Ovviamente i dissidenti non avranno vita semplice: già si torna a parlare di epurazioni. "O Currò, Rizzetto e gli altri dissidenti si adeguano alle posizioni della maggioranza oppure, se non sono d’accordo, per dignità dovrebbero andarsene - avverte Roberta Lombardi in una intervista ad Avvenire - non possiamo più permetterci di avere nemici in casa. Se il massacro interno continuerà, non va esclusa l'ipotesi di nuove espulsioni".