Sulla passerella anti-Cav allestita dal pm-spettacolo John Henry Woodcock sfila Anna Finocchiaro, la prima teste eccellente a parlar in aula. L'ex magistrato sfrutta subito l'assist del magistrato Woodcock, e rispondendo alle sue domande afferma: "Confermo che due dei miei colleghi, esponenti del Pd in parlamento, Nino Randazzo e Paolo Rossi, furono avvicinati e invitati a passare con lo schieramento del centrodestra, attraverso promesse di vantaggi favori e di allettanti progetti economici. A uno di loro è stato offerto anche un posto in Mediaset. Ricordo in particolare la vivace indignazione di Randazzo nel riferirmelo, e ricordo come il senatore Rossi uscì molto turbato e provato dall'offerta che gli fu fatta dal collega suo concittadino Tommasini". Da Napoli, sede del processo, arriva dunque una nuova cospicua dose di fango contro Silvio Berlusconi, imputato insieme a Valter Lavitola nel processo sulla presunta compravendita di senatori. L'inchiesta - Il dibattimento nasce dall'inchiesta napoletana nata quasi tre anni fa che aveva spinto a confessare l'ex senatore Sergio De Gregorio, che ha dichiarato alle toghe di essere passato nel 2007 dall'Idv al Pdl in cambio di 3 milioni di euro, parte dei quali pagati come finanziamenti al suo movimento, "Italiani nel mondo". Ora, tocca alla Finocchiaro, che insiste sugli incontri avuti con i colleghi di partito che le confidarono quanto era accaduto. La democratica aggiunge che "avevo sentito parlare anche di analogo avvicinamento che aveva riguardato il senatore Caforio dell'Idv". La sentarice continua: "Io denunciai in aula, nel 2007, che nel momento in cui i numeri della maggioranza erano risicati, due colleghi dei miei gruppi erano stati avvicinati. Ritenevo e ritengo quello che accade di assoluta gravità". La conferma di Rossi - Nel pomeriggio altre accuse al leader di Forza Italia sono arrivate dall'ex senatore Rossi, che ha confermato quanto detto dalla Finocchiaro: "In cambio del mio passaggio al centrodestra - spiega Rossi - l'ex senatore Antonio Tommasini mi offrì una somma di denaro che, mi disse, non avrebbe cambiato la vita del presidente Berlusconi, ma la mia sì". Inoltre Rossi afferma che Tommasini, ginecologo di sua moglie e come lui ex esponente della Dc, lo avrebbe invitato a casa. Rossi pensava che al centro dell'incontro ci fossero problemi relativi a Varese, la città in cui vivono, ma invece "mi disse che il governo Prodi non aveva futuro e che per Berlusconi era assolutamente fondamentale tornare a fare il presidente del Consiglio, perché era una cosa che sentiva molto". Dunque, afferma Rossi, Tommasini gli offrì del denaro assicurandogli che in poco tempo avrebbe potuto raggiungere Berlusconi a Villa Certosa, in Sardegna, per concludere l'accordo nei dettagli.