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Antonio Socci: per Sergio Mattarella l'assembramento è consentito, per Meloni e Salvini no

Antonio Socci
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Sacrosanto è stato, per la festa del 2 giugno, l'appello all'unità del presidente Mattarella: ha ricordato che la nascita della Repubblica, nel 1946, segnò «un nuovo inizio, superando divisioni che avevano lacerato il paese, per fare della Repubblica la casa di tutti, sulla base dei valori di libertà, pace e democrazia». Il Capo dello Stato ripete di continuo l'appello all'unità, ma solo il centrodestra lo ascolta e dimostra spirito di collaborazione. Dall'altra parte invece arrivano attacchi furibondi e faziosi. Lo stesso governo ha sempre rifiutato di ascoltare l'opposizione. Il senso di responsabilità del centrodestra spicca perché avrebbe potuto - in una situazione come l'attuale - attaccare a testa bassa l'esecutivo, fomentando la rabbia popolare e il malcontento. Invece ha voluto restare sempre costruttivo, per risolvere i problemi della gente, a costo di prestare il fianco a chi lo accusa di non fare opposizione. Salvini è stato addirittura accusato di aver reagito con troppa calma alle notizie sulle intercettazioni di magistrati che lo riguardavano e in effetti non ha mostrato rabbia, ma ha commentato con pacatezza quello che è sotto gli occhi di tutti.





IL TRICOLORE - Anche ieri il centrodestra ha dato prova di responsabilità. Dopo aver accettato per tre mesi la pesante sospensione della vita pubblica causa Covid, disposta dal premier Conte con Dpcm molto discussi e discutibili, dopo aver subìto un protagonismo propagandistico esorbitante del premier e la sparizione dai radar del Parlamento, di fronte alla riapertura del Paese e alla fine della pandemia, ieri, il centrodestra ha scelto di tornare in piazza per celebrare la festa della Repubblica, a Roma, con un immenso tricolore, portato da Piazza del popolo all'altare della patria. Niente bandiere di partito, ma solo il tricolore e l'appello alla rinascita nazionale. In consonanza col capo dello Stato che ha chiamato tutti gli italiani a un «nuovo inizio» riconoscendosi «legati a un destino comune». Ebbene, hanno trovato il modo per attaccare anche per questo. Basti per tutti il titolo di Repubblica: «2 giugno, centrodestra in piazza senza regole: saltano i distanziamenti, il flash mob degenera in ressa». Non è andata così. Certo, quando arriva tanta gente a manifestare è difficile riuscire a fare sempre il distanziamento programmato. Ma è anche vero che un'analoga ressa ieri si è vista a Codogno, dietro le transenne, dove la gente è accorsa per salutare e ascoltare il presidente Mattarella, lì in visita. Ormai - anche se è bene mantenere le precauzioni - la gente percepisce che l'emergenza Covid è alle spalle e che - con prudenza - si può tornare alla vita normale. È curioso che ci si scandalizzi per l'assembramento di Roma e non per quello di Codogno.

IL CONFRONTO - Magari si scandalizza pure chi poi applaude alle manifestazioni (spesso violente) che avvengono negli Usa, ancora in emergenza Covid. E si scandalizza oggi che, in Italia, il pericolo è passato, chi non lo ha fatto per gli assembramenti che si sono visti nella fase acuta della pandemia: penso a certe manifestazioni del 25 aprile o all'assembramento attorno al premier Conte, a Genova, il 28 aprile, o il 5 aprile alla conferenza stampa (al chiuso) del ministro Boccia (con Arcuri e Bonaccini) all'aeroporto di Bologna, o agli assembramenti per il ritorno di Aisha, l'11 maggio. La sensazione è piuttosto che dia fastidio il fatto che l'opposizione esista e si faccia sentire in modo pacifico e chiaro. Qualcuno arriva pure a sostenere che questo romperebbe l'unità chiesta da Mattarella. Ma il presidente ha spiegato bene che «l'unità morale» del Paese non può significare «annullare o sospendere la normale dialettica politica. La democrazia vive e si alimenta di confronto fra posizioni diverse». Ieri è stato Massimo Cacciari, sulla Stampa, a spiegare che «la repubblica è la molteplicità dei punti di vista. Il repubblicano ha come proprio nemico mortale chi ritiene che proprio quella molteplicità sia fonte di debolezza». Dunque è bene che l'opposizione si faccia sentire e con molta decisione, per dar voce agli italiani.

www.antoniosocci.com

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