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Giorgia Meloni, sondaggi riservati: "È lei la carta vincente per le Regionali"

Antonio Rapisarda
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Il "file" delle Regionali in casa centrodestra non può restare ancora per molto in modalità stallo. «Bisogna fare in fretta» è il ragionamento filtrato a margine della riunione tenuta qualche giorno fa tra Matteo Salvini, Giorgia Meloni ed Antonio Tajani. Il motivo è semplice: se si dovesse andare alle urne tra il 6, il 20 e il 26 settembre - per una tornata che rappresenta anche un mega-sondaggio sul Conte bis -, entro fine luglio andranno consegnate le liste. Per sciogliere i i nodi sono stati commissionati diversi sondaggi.

Obiettivo? Dove non dovessero bastare le "quote", occorre far parlare i numeri in vista del vertice conclusivo che dovrebbe tenersi la settimana prossima. Che cosa è emerso nel frattempo? Dei punti fermi, alcune sfide diventate contendibili, qualche ostacolo ancora da superare e la sorpresa Marche. La "sicurezza" si chiama Luca Zaia, accreditato di oltre il 65% dei consensi. Con il "doge" non c'è partita, sia internamente che esternamente: è lui il candidato di tutta la coalizione. Altro governatore di nuovo in pista, altra conferma. È il caso della Liguria, dove Giovanni Toti - non organico a nessuno dei tre partiti - sarà la scelta condivisa su cui tornare a puntare. Le sue quotazioni? Il leader di Cambiamo parte in netto vantaggio: per Opimedia la coalizione è avanti con il 54% contro il 33% nei confronti del Pd e alleati (che non hanno ancora un candidato).

Anche la Toscana rispetta lo schema del primo accordo: andrà alla Lega ma, dopo il mancato sfondamento a sinistra in Emilia-Romagna, la regione del Centro diventa la sfida più difficile. Qui la scelta dovrebbe essere declinata al femminile: Susanna Ceccardi, attuale eurodeputato ed ex sindaco di Cascina. Secondo l'ultimo sondaggio Noto la leghista, con il 40%, sarebbe quattro punti dietro il dem Eugenio Giani: gap potenzialmente recuperabile, secondo fonti accreditate, dato che qui la partita si gioca con il doppio turno. Una sfida complicata ma aperta.

 

 

 

 

Fin qui i capitoli dati per certi. Il primo nodo si chiama Puglia. Qui Giorgia Meloni, in base all'intesa stipulata già ai tempi del Copasir, ha indicato Raffaele Fitto, ex governatore oggi eurodeputato, con un ruolo centrale nell'ingresso di FdI nella famiglia dei Conservatori europei. Con Fitto, secondo due sondaggi targati Emg e Noto, la riconquista della Puglia è nelle cose: per il primo istituto è avanti col 43,5% contro il 36,5% di Michele Emiliano; per il secondo con il 45% contro il 37% dell'esponente dem. Il problema, rispetto a questo autunno, è che la Lega rivendica un nome nel Mezzogiorno e, in Puglia, schiera al momento l'ex fittiano Nuccio Altieri: un'ipotesi, sempre secondo i sondaggi, che però non avrebbe la stessa probabilità di successo.

Pietra angolare, a questo punto, diventa la Campania. Storico serbatoio di Fi, la regione toccherebbe agli azzurri che qui - nella difficile sfida con Vincenzo De Luca - ripropongono Stefano Caldoro. Nome sul quale emergono i dubbi di Salvini (che chiede un volto esterno alla politica) ma sul quale Fi non ha intenzione di cedere mostrando i dati che testimoniano come si tratta della proposta con più chance di vittoria per una manche considerata «contendibile». Risalendo lo Stivale si arriva nelle Marche. Qui arriva la potenziale "prima volta": la possibile vittoria a sorpresa del centrodestra. A meno di colpi di scena, il front runner è Francesco Acquaroli, candidato scelto da FdI: secondo i sondaggi riservati è quello che potrebbe espugnare una delle storiche regioni rosse: è avanti, infatti, con il 45% contro il 37% del candidato della sinistra Mangialardi.

 

 

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