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Giuseppe Conte chiude gli Stati generali: "Non è stata una passerella, rafforza me e il governo"

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Con una delle sue celebri supercazzole Giuseppe Conte ha concluso gli Stati generali che hanno animato Villa Pamphilj nel corso dell’ultima settimana, ma scaldato ben poco gli italiani. I quali di promesse, progetti e idee non se ne fanno più nulla: mai come in questa fase hanno bisogno di atti concreti e immediati, che però continuano a latitare. E così l’imbarazzo del premier è evidente quando i giornalisti pongono domande specifiche sui vari dossier, costringendolo ad ammettere che “mi state premendo su singole decisioni che non abbiamo ancora preso”.

In pratica il piano di Conte è perdere un’altra settimana di tempo per avere il piano definitivo del rilancio (non sono bastati tutti questi giorni di confronto...) e poi da quello “andremo a ricavare il Recovery Plan”. Il premier ha poi incensato gli Stati generali, che sono stati molto intensi per i diretti protagonisti ma privi di interesse per molti italiani, a giudicare dalle rilevazioni condotte dai vari sondaggisti. Conte è però sicuro di una cosa: “Questo dialogo ci rafforza, rafforza me e tutti i ministri. Ci rafforza negli obiettivi, nelle linee di intervento su cui vogliamo agire. Non ci sono state passerelle, qui abbiamo lavorato senza risparmiarci, abbiamo incontrato tante componenti della società e questo ci dà grande forza”. 

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