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Verbali desecretati, l'accusa di Massimiliano Romeo a Conte: "Non è un caso che abbia scelto questo momento"

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I verbali parzialmente pubblicati del Comitato tecnico scientifico sul coronavirus fanno ancora discutere. Il motivo non risiede solo nel fatto che Giuseppe Conte abbia tentato in tutti i modi di tenerli nascosti, ma anche nel fatto che il premier non ascoltò il consiglio del Cts e impose il lockdown a tutto il Paese. Per questo la Lega ci va giù pesante. "Dibattito in Aula il prima possibile. Conflitto di attribuzioni di fronte alla Corte costituzionale. E, anche e soprattutto, dimissioni del premier Giuseppe Conte", tuona Massimiliano Romeo, il capogruppo del Carroccio al Senato in un'intervista al Corriere. Quello che non torna a Romeo sono le tante pagine mancanti: "Mi lasci dire che a me non pare un caso che abbiano desecretato i verbali appena prima della pausa estiva del Parlamento. Forse speravano che qualcuno, passate le vacanze, se ne dimenticasse. E invece,su questo la Lega andrà fino in fondo".

 

 

Per Romeo il presidente del Consiglio ha mentito due volte: la prima "ha affermato che le sue decisioni si sono sempre basate soltanto sul parere dei tecnici". La seconda "quando il 12 giugno, ai magistrati che lo ascoltarono, disse di non aver mai visto il verbale". Non solo, perché il leghista racconta un altro fatto: "Quando siamo andati da
Conte, lui obiettò che già per controllare i primi 11 Comuni chiusi avevano dovuto essere impiegate quasi mille persone tra forze dell’ordine e altri addetti. È chiaro che la Lombardia, per dimensioni del contagio e densità della popolazione, mai avrebbe potuto fare da sola". E proprio qui potrebbe risiedere il "no" del premier alle zone rosse richieste.

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