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Giuseppe Carbone, dalla Fials alla candidatura in Puglia con Fratelli d'Italia

Giuseppe Carbone
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Ho maturato una lunghissima esperienza in campo sindacale, attraverso la FIALS (Federazione Italiana Autonomie Locali e Sanità). Si tratta di una mia creatura, visto che l’ho fatta nascere io e continuo a guidarla anche adesso che è divenuta la più importante realtà a livello nazionale tra i sindacati autonomi in campo sanitario.
Ho girato (e continuo a farlo) in lungo e in largo la nostra Penisola, con l’obiettivo di difendere i lavoratori che operano in questo settore, ma facendo sentire forte la mia voce anche a tutela dei cittadini-fruitori del servizio sanitario.
Tutto questo è valso alla nostra FIALS un riconoscimento a livello europeo, visto che siamo membri della Confederazione europea dei sindacati indipendenti (CESI) con sede a Bruxelles. Insomma, una vita movimentata, sempre alla ricerca del risultato migliore per chi ha creduto in me. In tutti questi anni, però, non ho mai smesso per un solo istante di pensare alla mia terra, così martoriata, così trascurata da chi aveva gli strumenti per farla risollevare.
Parto dalla Puglia, ma soprattutto dalla provincia di Brindisi che continua ad occupare il posto di fanalino di coda tra le province della regione, priva di una propria rappresentanza nell’esecutivo regionale. Si sono ricordati di Brindisi solo quando bisognava realizzare impianti che nessuno voleva, ma contemporaneamente facevano di tutto per ridurre il suo potere decisionale. Ci hanno provato con il progetto di accorpamento delle province, ci sono riusciti includendo il porto di Brindisi all’interno di una anomala struttura portuale dell’adriatico meridionale, ci stanno provando con la Camera di Commercio. E poi la lenta ma inesorabile scomparsa dei più importanti uffici pubblici, con la conseguenza che i cittadini della nostra provincia devono spostarsi a Bari o a Lecce anche per una semplice certificazione. E che dire, poi, dei finanziamenti pubblici per centinaia di milioni di euro. Vengono utilizzati altrove perché qui è stata volutamente creata una classe dirigente e burocratica mediocre, incapace di pensare in grande, di progettare e di realizzare opere strategiche per la crescita del territorio.
Oggi, però, abbiamo la possibilità di intraprendere la strada del riscatto. Possiamo farlo con le elezioni regionali ed è proprio per questo che ho deciso di non rimanere alla finestra. Sarò interprete, insieme a tanti altri uomini e donne di questa provincia, di un processo di cambiamento che deve diventare inarrestabile. E’ forse l’ultima occasione per salire sul treno dello sviluppo. Non possiamo perderla. Ed io sarò in prima linea, con convinzione ed entusiasmo.

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