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Giuseppe Conte nega dati confidenziali all'Europa: pesanti sospetti, "cosa nasconde?"

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Non bastano i verbali secretati del comitato tecnico scientifico sulla gestione Covid, che il premier Giuseppe Conte, ha dovuto tirare fuori costretto da una sentenza del Tar. Ora scrive Italia Oggi si alza il muro della segretezza perfino sui dati fondamentali dell'economia nei confronti dell'Unione europea, "cosa nasconde?".


L'Eurostat, l'ufficio statistico dell'Unione, che giovedì ha pubblicato uno dei dati macroeconomici ricorrenti, quello della produzione nel settore delle costruzioni del mese di giugno 2020. Mancano i dati di alcuni paesi come Grecia, Malta e Cipro perché, per regolamento, non sono tenuti a trasmettere l'andamento mensile, e lo fanno ogni sei mesi. Ma anche quelli italiani non figurano dal mese di marzo. In tabella al loro posto figura un "c" che significa "confidential". 

A marzo - ultimo dato italiano disponibile - le costruzioni erano cadute del 35,5%, il dato peggiore del continente dopo quello francese. Ad aprile, maggio e giugno il governo italiano ha messo il timbro "riservato" su quei dati, come si trattasse di un dossier dei servizi segreti. 


Intanto scrive Italia Oggi sono trascorse un paio di settimane e si attendono i verbali annunciati da Conte sula gestione del lockdown manco uno è stato reso pubblico per sbaglio, eppure mettere in pratica quanto è stato annunciato da Conte non richiede particolare sforzo: è una operazione di qualche minuto. Credo che Conte non potrà sfuggire a lungo, perché in senato si regge solo sull'appoggio del gruppo misto, denso di grillini fuoriusciti. Quattro dei grillini fuoriusciti (Gregorio De Falco, Luigi Di Marzio, Elena Fattori e Paola Nugnes) hanno presentato un ordine del giorno durissimo dove si accusa il governo di tenere all'oscuro della verità il parlamento privato così di elementi essenziali per le proprie decisioni, sostenendo che "il processo democratico e la separazione dei poteri dello Stato in questo modo rischiano di essere compromessi".

Nel frattempo il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri al Meeting di Rimini ha detto. "Tutti gli indicatori ci dicono che l'Italia - più di altri Paesi europei e insieme a quelli che hanno adottato politiche simili - ha assorbito il colpo di una chiusura totale delle attività produttive molto meglio di come tutti i previsori si sarebbero aspettati". Qualche dato è segreto, qualcun altro no.

A giugno la produzione industriale in Italia era ancora in caduta del 13,7% sul 2019, ed era il 24mo risultato su 27 paesi nell'Unione europea. Questo dopo essere stato il 27mo risultato su 27 nei mesi precedenti. Nel secondo trimestre del 2020 il pil italiano è caduto del 17,3% rispetto all'anno precedente. Peggio in tutta l'Unione hanno fatto solo Spagna (-22,1%) e Francia (-19%). I dati dunque dicono l'esatto opposto di Gualtieri. 
 

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