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Giuseppe Conte, indiscrezioni: in 30 pronti a lasciare il M5s per entrare nel partito del premier

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Ilaria Pedrali
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Come era prevedibile la notizia della nascita di un nuovo partito guidato dal premier Giuseppe Conte ha suscitato reazioni in molti ambienti. Tuttavia non si sono viste smentite ufficiali e questo alimenta l'ipotesi che questo partito sia in procinto di nascere veramente. Ma c'è di più. Pare che il futuro partito dell'avvocato del popolo avrebbe già una cinquantina di parlamentari pronti ad aderirvi. Fantasie? Non più di tanto. Recentemente l'ex ministro Roberto Maroni a Repubblica aveva lasciato intendere che prima della fine della legislatura si sarebbero creati spazi per un nuovo partito centrista. E l'iniziativa di Saint Vincent (9,10 e 11 ottobre 2020) dell'onorevole Gianfranco Rotondi, che vorrebbe ripercorrere le gesta della corrente corsara di Donat Cattin che creò Forze Nuove, potrebbe essere la culla di questa nuova compagine politica. Le figure di riferimento sarebbero molte. 

 

Tra i tanti figura anche l'on. Bruno Tabacci, ex Dc con tendenze a sinistra e una parentesi a fianco di Emma Bonino. Ma l'area dei simpatizzanti e di coloro che sarebbero pronti a saltare lo steccato è vasta e potrebbe raggiungere anche Pierferdinando Casini e altri notabili Dc. Insomma, dopo mesi di fibrillazioni, la via di un partito personale di Conte sta diventando un'esigenza di sopravvivenza. Non solo per lui. La chiave di volta potrebbe essere l'enciclica Laudato Si', a cui il convegno di Saint Vincent si ispira. Tanto più che l'avvocato si è avvicinato non poco al mondo cattolico. Già lo scorso anno, in occasione della commemorazione di Fiorentino Sullo ad Avellino, su invito anche all'epoca di Rotondi, Conte citò don Sturzo, facendo un appello ai cattolici. Disse che era giunto il tempo di tornare ad «animare la vita politica e sociale collaborando, laicamente, con metodo democratico, alla vita della "città terrena", per offrire il contributo della propria visione dell'uomo e della società, che tanta parte ha avuto nella costruzione dei nostri ordinamenti democratici e, attenzione, anche della casa comune europea, alla quale, ricordiamo, attesero in spirito di collaborazione tre grandi democratici cristiani: De Gasperi, Adenauer, Schuman». Già da qualche settimana il Papa ha riacceso i riflettori sul tema a lui caro del rapporto tra l'uomo e l'ambiente. Non solo: sarebbe imminente, forse già in occasione della festa di san Francesco il 4 ottobre, la firma di una nuova enciclica. 

Il tema è il mondo post-Covid, e Bergoglio dovrebbe parlare dei cambiamenti necessari nell'organizzazione sociale e produttiva, della necessità di salvaguardare il creato, di farsi carico gli uni degli altri, della fratellanza umana. Tutto ciò potrebbe rappresentare un mantello bianco sotto cui potrebbero sistemarsi cattolici e ambientalisti guidati dal premier. Inoltre Casa Nazaret, il convitto dove ha studiato Conte a Roma, pare stia diventando il crocevia dei rapporti sempre più intensi tra il premier e le gerarchie di oltreTevere. Tutto sarà più chiaro dopo il referendum, dove la vittoria del Sì è data sempre meno trionfale. Il Pd è ormai in preda a convulsioni interne sempre più forti con i vecchi padri nobili come Rosy Bindi e Emanuele Macaluso che hanno abbandonato da tempo Zingaretti, e il partito non sembra più in grado di difendere Conte dall'attacco delle opposizioni. 

 

In questo scenario i 50 parlamentari (30 ex 5Stelle, 10 dal Gruppo Misto e 10 da Forza Italia) che sarebbero pronti a sostenere il premier gli garantirebbero quella sopravvivenza che oggi sta perdendo. Ma quando nascerà il nuovo partito? Come dicevamo in apertura, alla notizia data in anteprima da Libero non c'è stata alcuna smentita ufficiale. Arriverà nelle prossime ore? È noto che in queste circostanze o ci sono immediate prese di posizione ufficiali o i ritardi, le ritrosie, i telefoni spenti lasciano intravedere manovre di chi opera sottobraccio e in attesa di uscire allo scoperto.

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