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Giuseppe Conte e Gualtieri, retroscena Minzolini: "La proroga dello stato d'emergenza vuole dire sì al Mes"

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La proroga dello stato d'emergenza al 31 gennaio può voler dire solo una cosa: sì al Mes. L'equazione politica è opera di Augusto Minzolini, retroscenista del Giornale che si limita a usare la razionalità, senza avventurarsi in voli pindarici. "Se così non fosse - scrive l'ex senatore del Pdl -, ci sarebbe una contraddizione in termini nell'operato di Giuseppe Conte: sarebbe come andare a una guerra, in questo caso contro il Covid, senza soldi, perché tra interventi assistenziali, ordinari, emergenziali di soldi non ce ne sono più".

 

 

 

Nessuno sa quando arriveranno i soldi del Recovery Fund (e quanti saranno davvero) e  soldi del Mes, già pronti, sarebbero una boccata d'ossigeno vitale per Palazzo Chigi. Certo, nella stessa maggioranza alligna il sospetto che la proroga dello stato d'emergenza sia più che altro un disperato stratagemma politico per "blindare" le poltrone di governo e attutire ogni possibile assalto o contestazione, interna ed esterna, come accaduto abbondantemente da febbraio a oggi. "La verità è che questi sembrano fare il tifo per un altro lockdown", è la confidenza di Matteo Renzi, leader di Italia Viva che pure della maggioranza fa parte e che si sta battendo per far sì che Conte accetti subito il Mes. Minzolini cita i dati preoccupanti sul contagio, le assenza forzate in Parlamento causa Covid (peggio che ad aprile, sottolinea), l'assenza di un vaccino. Insomma, perché alla luce di tutto questo non prendere i soldi dell'Europa per rafforzare gli interventi nel settore sanitario? Forse, perché, come rivela Gianni Pittella del Pd, c'è un altro problema di fondo: "Ma un Paese serio può non ricorrere al Mes solo perché i 5 stelle rischiano di squagliarsi e il Dibba (Alessandro Di Battista, ndr) potrebbe strumentalizzarlo? Ma su!". "Sembra incredibile - chiosa Minzo - , e, invece, è proprio così".

 

 

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