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Matteo Renzi, indiscrezioni: possibile la crisi di governo già domani, lunedì 4 gennaio

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Tam-tam impazzito sulla crisi di governo. Secondo le indiscrezioni - quasi certezze - della viglia, Matteo Renzi la dovrebbe formalmente aprire in seguito al Consiglio dei ministri in agenda per il 7 gennaio, quello in cui si discuterà di Recovery plan e delle modalità di gestione dei fondi europei, proprio uno dei due temi per il quale il leader di Italia Viva, contrario alla task-force, è determinato a far cadere questo governo (l'altro tema, la delega ai servizi segreti che incredibilmente Giuseppe Conte continua a tenere in mano). Ma si diceva, il tam-tam impazzito: secondo Repubblica i tempi della crisi potrebbero essere molto più rapidi, potrebbe aprirsi già domani, lunedì 4 gennaio. Renzi, infatti, potrebbe ritirare subito la sua delegazione ministeriale - Teresa Bellanova ed Elena Bonetti - dal governo: il Conte-bis sarebbe finito e si aprirebbe una crisi al buio, per usare un termine da Prima Repubblica, crisi in cui insomma ogni scenario è aperto e ancora non si sa dove si andrebbe a finire.

 

Il punto è che il leader di IV, stando alle indiscrezioni, sarebbe determinato ad aprire la crisi anche se Conte facesse marcia indietro sia sul Recovery plan sia sui servizi segreti (Conte è l'unico premier nella storia che ha deciso di mantenere la delega). Renzi non ha infatti digerito la conferenza stampa di fine anno in cui il premier ha rimandato alla "sfida" della prova dei numeri in Parlamento. Uno schiaffo che lo avrebbe definitivamente convinto: crisi sarà. Inutili i tentativi di mediazione di Luigi Di Maio, che ha suggerito anche che la delega ai servizi potrebbe infine essere ceduta, così come sarebbero stati vani i tentativi di dialogo del premier con l'avversario interno. Renzi è pronto a sedersi al tavolo delle trattative con tutti, ma solo dopo le dimissioni di Conte. E ancora, per il leader IV ogni soluzione è possibile, tranne un Conte-ter, certo del fatto che non si voterà in primavera. Renzi è pronto ad avallare un governo con premier Pd oppure un governissimo, magari guidato da Mario Draghi. 

 

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