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Alfonso Bonafede, retroscena: indigesto anche ai "costruttori", Giuseppe Conte lo vuole mettere ai servizi segreti"

Alfonso Bonafede, ministro delle Giustizia

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Mercoledì prossimo al Senato ci sarà il primo showdown con il voto sulla relazione di Alfonso Bonafede. Si tratta di un appuntamento rilevante, il primo di un certo peso per "vedere all'opera" la raffazzonatissima maggioranza strappata da Giuseppe Conte a Palazzo Madama per rimanere ancora in piedi. Il governo rischia seriamente di andare sotto perché l’occasione è molto ghiotta per gli avversari, dato che Bonafede è mal sopportato dai renziani e pure dai “costruttori” (su tutti l’ex forzista Mariarosaria Rossi, che con una certa magistratura ci ha avuto a che fare): il ministro grillino rappresenta il giustizialismo e il protagonismo delle toghe ai massimi livelli.

 

 

“Che il suo pupillo sia in pericolo lo ha capito pure Conte”, scrive Augusto Minzolini nel suo ultimo editoriale per il Giornale, svelando quale potrebbe essere la prossima mossa del premier: “Sta meditando l’idea di spostare Bonafede da guardasigilli a sottosegretario per i servizi segreti”. Ciò dimostra la precarietà di questo governo, che sembra partire battuto in partenza, soprattutto per quanto riguarda il voto su Bonafede, che all’inizio dell’estate si salvò per il rotto della cuffia proprio grazie a Matteo Renzi: il quale stavolta viene descritto determinato ad andare fino in fondo sul grillino, tanto che ieri mattina ha avuto dei contatti telefonici con Silvio Berlusconi e Matteo Salvini in vista della prossima settimana. 

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