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Giuseppe Conte disperato, il retroscena: "Non trovo più nessuno". Premier con poche ore di vita

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Avanti veloce verso le dimissioni. Giuseppe Conte "è disperato", scrive Augusto Minzolini. E non lo nasconde, così come lo hanno intuito anche quelli che dovrebbero essere i suoi principali sponsor a Palazzo Chigi, gli onorevoli del Movimento 5 Stelle. Il panico in queste ore serpeggia nella Capitale e la fotografia del retroscenista del Giornale è spietata. Conte e grillini sanno benissimo che l'unico modo per tenere in piedi la maggioranza uscita dal voto di fiducia di inizio settimana è terrorizzare il Parlamento con lo spauracchio delle elezioni anticipate. "O Conte o il voto". 

 

 

 

Il guaio è che iniziano a non cascarci più, a partire dal Pd. "In un momento di sconforto - scrive Minzolini - Conte, che professa sempre ottimismo, è arrivato a confessare a qualcuno del suo inner circle: «Finora è arrivato poco e niente: tanti nì, ma nessun sì. Speriamo nel domani". Insomma, la campagna acquisti tra gli aspiranti responsabili langue. Bisogna fare in fretta, però, perché il prossimo scoglio è già in agguato: la relazione sulla riforma della giustizia del ministro Alfonso Bonafede di mercoledì prossimo, su cui tanti dei "costruttori" hanno già detto di aver intenzione di non votare a favore. E se la maggioranza cada, allora il premier dovrà per forza salire al Quirinale. E dopo la manfrine di queste settimane, difficilmente verrà ancora "protetto" dal presidente Sergio Mattarella.

 

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