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Alessandro Di Battista lascia il M5s: "Non posso accettare Draghi", va con Paragone per la gioia di Di Maio?

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Alessandro Di Battista ha deciso di lasciare ufficialmente il Movimento 5 Stelle. Lo ha fatto con il sorriso, e questo dovrebbe far venire più di un brivido ai vertici grillini: Dibba è il grande sconfitto della votazione-farsa sulla piattaforma Rousseau, che ha sancito la vittoria del “sì” all’ingresso nell’esecutivo di Mario Draghi e quindi della linea governista sostenuta da Beppe Grillo e da Luigi Di Maio, con quest'ultimo che si libera del principale "nemico" interno. “Reputo gli attivisti e gli iscritti persone che hanno fatto valutazioni in maniera autonoma - ha esordito Di Battista - il 60 per cento di loro ha detto sì, quindi le polemiche stanno a zero”. 

“Io accetto anche questo, però non lo riesco a digerire”, ha continuato arrivando al fatidico momento in cui ha annunciato l’addio al M5s: “La mia coscienza politica stavolta non ce la fa, quindi non posso far altro che farmi da parte. Da ora in poi non parlerò più a nome del M5s, anche perché in questo momento il Movimento non parla a nome mio. La scelta politica di sedersi con determinati personaggi, in particolare con Forza Italia, non la posso accettare, così come un governo nato appositamente per buttare giù un presidente perbene come Giuseppe Conte”. 

“Non posso far altro che farmi da parte”, ha ribadito Di Battista che però non ha escluso in futuro un possibile rientro nel Movimento, anche se in molti lo danno in entrata in Italexit, il partito creato dall’amico Gianluigi Paragone: “Se poi un domani la mia strada dovesse incrociarsi nuovamente con quella del M5s vedremo, dipenderà esclusivamente dalle idee politiche e dagli atteggiamenti, non da candidature o ruoli”. 

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