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Vaccino, Giancarlo Giorgetti: "L'Europa ha fallito". E anche Roberto Speranza ammette gli errori

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Continua il caos AstraZeneca, ma più in particolare il caos della gestione europea dei vaccini. Quella che agli albori degli accordi era stata spacciata da Von der Leyen e compagnia cantante come una risposta coordinata e solidale, si è presto rivelata l'ennesimo fallimento di una Ue ormai alle battute finali. Tanto che alcuni Stati hanno deciso di intraprendere decisioni autonome, alla faccia dei contratti siglati con l'Unione europea. Il quotidiano economico francese Les Echos ha sottolineato che lo scorso 19 marzo, la Commissione ha inoltrato una lettera di diffida per la multinazionale AstraZeneca in cui chiedeva il rispetto dei vincoli posti dai contratti: delle 120 milioni di dosi promesse nel primo trimestre, ne sono arrivate poco meno di 30. Tuttavia, dalla società anglosvedese è arrivato soltanto un lungo silenzio.

 

 

Il ministro leghista allo Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha sottolineato l'ennesimo flop dell'Unione europea: "Ancora una volta l'Europa oggettivamente non è andata bene. E ora faticosamente arranca e cerca di recuperare. Siamo in ritardo di un mese rispetto agli altri". Poco dopo è intervenuto anche il ministro della Salute Roberto Speranza, showman della trasmissione di Fabio Fazio: "Ci sono stati errori nella negoziazione dei vaccini, ma la decisione di acquistarli insieme in Europa è un'idea giusta" ha detto Speranza. 

 

 

A consentire una boccata di ossigeno, le 184mila dosi di Johnson&Johnson che arriveranno nei prossimi giorni, anticipo delle 400mila previste entro la fine d'aprile. La società americana ha garantito che rispetterà l'obiettivo di 27 milioni di dosi entro la fine dell'anno. Staremo a vedere. Il vantaggio è che il preparato americano richiede la somministrazione di una singola dose. Mercoledì 14 aprile 2021, arriveranno invece un altro milione di dosi (sempre americane) da Pfizer. "Abbiamo capito che sui vaccini si gioca il concetto di sovranità", "Buongiorno Speranza" verrebbe da dire. La situazione era chiara sin dal commercio di dispositivi di protezione individuale, figuriamoci ora per i preparati "salvifici". 

 

 

"Con i vaccini siamo usciti completamente dalla ricerca e dalla produzione da tanti anni. Abbiamo capito che l'Italia e l'Europa si devono dare una sveglia. Anche perché noi siamo amici degli Stati Uniti e crediamo nella solidarietà occidentale, però è evidente che gli americani sono arrivati per primi a produrre vaccini, li hanno usati, e poi in quantità dosate rispetto al loro fabbisogno hanno cominciato a renderli disponibili anche per l'Europa" ha detto il ministro della Salute e aggiunge "Ho lanciato l'idea di creare un polo vaccinale anche in Italia con soldi pubblici, invitando i privati ci vorrà tempo, ma dovremo recuperare. Quando il gioco si fa duro, ognuno pensa per sé" ha detto uno Speranza negli scorsi mesi forse troppo impegnato a pubblicare libri per poi ritirarli in sordina dal commercio. La confusione totale a Roma e Bruxelles, è ormai palpabile. 

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