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Open Arms, il sospetto di Stefano Candiani su Enrico Letta e il Pd: "Il rinvio a giudizio puzza di spallata"

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Deciso il rinvio a giudizio di Matteo Salvini per il caso Open Arms. La decisione è stata presa dal Gup del Tribunale di Palermo, dove il leader della Lega è accusato di sequestro di persona per fatti risalenti all'estate del 2019, quando ancora era ministro degli Interni nel primo governo presieduto da Giuseppe Conte. Eppure a qualcuno qualcosa ancora non torna. "Mentre Salvini va a processo per avere difeso l’Italia contro gli scafisti e la criminalità organizzata che ci sta dietro, Letta applaude i traghettatori di Open Arms e sta con i clandestini - esordisce il senatore della Lega Stefano Candiani su Facebook -.  Così come era cominciato, con un voto politico in Senato, il processo di Palermo a Matteo Salvini puzza da lontano di nuovo tentativo di spallata giudiziaria targata Pd contro la Lega e Salvini.? Non dimentichiamo i retroscena del caso Palamara". 

Insomma sulla vicenda c'è più di qualche dubbio. Non a caso per il caso Gregoretti, dove la vicenda è alquanto simile, la procura ha chiesto per Salvini il non luogo a procedere. La stessa Giorgia Meloni ha definito l'accaduto "scioccante". D'altronde l'ex ministro dell'Interno ha difeso solo la Patria. Dello stesso parere Maurizio Lupi che teme "un precedente gravissimo". "Chi oggi esulta speculando sul rinvio a giudizio di Salvini aveva il comando del governo quando speronò il barcone degli albanesi facendone annegare cento", è intervenuto anche Guido Crosetto, "E nessuno del centrodestra speculò su quella disgrazia. Come nessun pm si mosse per indagare le responsabilità del governo. Se invece di Romano Prodi premier fossero stati Silvio Berlusconi o Matteo Salvini sarebbero all'ergastolo".

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