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Mario Draghi, "insofferenza per le sparate di Enrico Letta": da Dagospia, il retroscena su Palazzo Chigi

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Mario Draghi al limite: il premier non sopporterebbe più le uscite del segretario del Pd Enrico Letta. L'ultima delle quali ha riguardato la proposta sull'aumento della tassa di successione per i patrimoni oltre i 5 milioni di euro in modo da finanziare una dote per i diciottenni. Stando a un'indiscrezione di Dagospia, nonostante il rapporto di stima tra i due, le ultime sortite del dem avrebbero contrariato il premier.

 

 

 

"SuperMario crede che le sparate del segretario del Pd, inopportune per tempi e modi, siano dannose per il governo - scrive Dago -. Ma nel rispetto dei ruoli, Draghi ha fatto capire a Letta che può fare come crede, anche perché le decisioni le prende lui e buonanotte ai suonatori". La "colpa" del leader dem, secondo il portale, sarebbe quella di non essersi affrancato da Goffredo Bettini, colui che "portò Nicola Zingaretti a schiantarsi sull'alleanza acritica con il M5s".

 

 

 

Il segretario del Pd, così, sarebbe "cascato nella padellona di Bettini facendosi servire l'alleanza giallo-rossa come un totem inattaccabile", scrive ancora Dago. Ma ci avrebbe messo anche del suo, insistendo sulla necessità di una legge elettorale maggioritaria che costringerebbe Pd e M5s a viaggiare insieme. Sebbene il Movimento di Beppe Grillo sia ormai allo sbando e privo di una guida forte. Enrico Letta, inoltre, avrebbe perso anche la "mano guida" del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Dopo aver affidato il governo a Mario Draghi, infatti, il capo dello Stato sarebbe "uscito" definitivamente dall'agone politico.

 

 

 

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