Cerca
Cerca
+

Roberto Speranza e i verbali segreti: nessun rischio Covid, pensiamo al "made in China"

 Roberto Speranza

  • a
  • a
  • a

 «Il Servizio Sanitario Nazionale è pronto ad affrontare ogni evenienza». Era il 22 gennaio del 2020, Roberto Speranza pronunciava un discorsetto di fronte ai giornalisti per raccontare come il governo guidato da Giuseppe Conte si stava muovendo per affrontare la strana epidemia scoppiata in Cina (se ne aveva notizia da pochi giorni). Al ministero della Salute era stata riunita una squadretta di esperti diventati poi celebri per i loro quotidiani bollettini: Silvio Brusaferro, Agostino Miozzo, Gianni Rezza etc. Erano loro alla guida della cosiddetta task force contro il Covid. I verbali di quelle riunioni sono rimasti fino a ieri segreti. Oggi, grazie al ricorso di un parlamentare di Fratelli d'Italia, Galeazzo Bignami, sono stati tutti pubblicati per ordine del Tar. Così, giorno per giorno, possiamo raccontare come l'Italia si è preparata all'emergenza.

22 GENNAIO, "PROFILO SOBRIO" 
Primi obiettivi esposti dal ministro: «Monito- rare gli arrivi da Wuhan» e «mantenere un profi- lo comunicativo sobrio». Bisogna controllare gli aeroporti anche se «resta inteso che al mo- mento i voli attenzionati sono solo quelli diret- ti, rimanendo esclusi quelli provenienti da scali intermedi tra Cina e Italia». E non solo, per "test" si intende controllo della temperatura e diffusione di opuscoli informativi. D'altra par- te, specifica l'Istituto Superiore di Sanità, «pos- sono essere adottate misure di tipo organizzati- vo e precauzionale, poiché non esiste alcun far- maco o vaccino». Seduta aggiornata.

23 GENNAIO, IL "MADE IN CHINA"
La più grande preoccupazione della nostra squadra pare essere quella di «informare i citta- dini circa la non pericolosità di giocattoli e vesti- ti "made in China" e sollecitare l'Oms perché confermi che lo stesso valga per gli animali». Viene per la prima volta chiarita l'opportunità di creare accessi differenziati per gli eventuali malati di Corona in tutti i pronto soccorso del Paese. Come sappiamo, non accadrà nulla di simile per molti mesi. Per il resto, il ministro parla della «necessità di comunicare adeguata- mente la reale portata del fenomeno al fine di non ingenerare nei cittadini confusione e paura ad oggi non giustificate». C'è grande sereni tà, anche se si inizia a discutere di «risorse uma- ne» da reperire. Si parla di mobilitare una colos- sale equipe composta da «8 unità di medici e 8 unità di infermieri sia su Roma che su Milano», per controllare 17mila viaggiatori al giorno. Per - sonale che, peraltro, bisognava ancora trovare. Uno squadrone.

24 GENNAIO, GLI USA E IL VACCINO
L'Istituto Superiore di Sanità fornisce una pri- ma stima sui «tempi necessari per avere l'even- tuale farmaco o vaccino». Già in queste settima- ne viene chiarito che ci vorrà almeno un anno e probabilmente verremo superati da Regno Unito e Stati Uniti. Lo Stato maggiore della Dife- sa, intanto, abbassa a 5 unità la disponibilità di personale sanitario (5 medici e 5 infermieri) da dislocare negli aeroporti in caso di emergenza. Un esercito.

31 GENNAIO, I PRIMI DUE CASI
Primi due casi di Covid in Italia. Si tratta di due turisti cinesi. Giuseppe Conte spiega che «non c'è alcun motivo di preoccuparsi». E que sto perché «siamo prontissimi». Speranza, intanto, durante la riunione di quel giorno torna a insistere: è necessario trovare un modo per sottoporre a test le persone che arrivano dall'Asia facendo scalo all'estero. Ma forse è tardi. Aeroporti di Roma specifica: i cinesi passati da Fiumicino in quei mesi sono stati 800.000. Il 35% (ovvero 280.000 persone) non ha preso un volo diretto e di conseguenza non può aver subito alcun controllo.

2 FEBBRAIO, TORNA L'OTTIMISMO
Dopo la paura per i due turisti cinesi, tra gli esperti circola grande ottimismo. Il ministero comunica che «le misure di contenimento stanno portando a risultati». Si iniziano a diffondere anche altre convinzioni: «L'infezione asintomatica è rara e la trasmissione da parte dei casi asintomatici è rara. Queste situazioni non dovrebbero contribuire alla diffusione del virus in modo continuativo». E si affaccia anche il tema delle mascherine: «Al momento sono state ricevute informazioni da una ditta che sembra abbia in stock circa 800mila mascherine chirurgiche e prevede di averne altre 400mila in dieci giorni». Una scorta sufficiente per poche ore, come oggi purtroppo sappiamo.

4 FEBBRAIO, VITTORIA
Ancora grande ottimismo. Silvio Brusaferro spiega che «i numeri ad oggi sono ancora limitati, si ritiene che le misure di contenimento adottate al di fuori del territorio cinese stiano funzionando, nonostante in Cina la situazione appaia ancora in espansione».

6 FEBBRAIO, SOLO LA CINA È IN PERICOLO
Il virus circola in mezza Europa, compare per la prima volta in Belgio. Ma la nostra task force pare di ottimo umore: «Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie», si legge nel verbale del giorno, «sta per effettuare una nuova valutazione dalla quale emergerebbe che la probabilità di infezione fuori dalla Cina è molto bassa, mentre il rischio risulta elevato in Cina per chi si reca in detto Paese». Si torna a parlare del problema dei voli di transito, che non è ancora stato risolto. Il tutto a 2 settimane dal primo allarme di Speranza. Sempre riguardo alla Cina, i tecnici dell'Iss spiegano che «la curva pandemica è in crescita anche perché la popolazione è molto numerosa». Ad ogni evenienza, «si suggerisce di predisporre un piano organizzativo per implementare i po sti in terapia intensiva, nell'eventualità che vi fosse un'epidemia nel nostro Paese». Un'epidemia che in realtà c'era già. E i posti in TI non verranno potenziati.

«È importante precisare che il virus non è arrivato in Italia», si legge nel verbale. Il ministro Speranza «evidenzia la necessità di comunicare all'opinione pubblica che resta ferma la misura di sospensione dei voli diretti da e verso la Cina». Il tutto ben sapendo (dal 22 gennaio) che sarà tutto inutile senza fermare i viaggiatori che fanno scalo in aeroporti all'estero.

7 FEBBRAIO, VOLI INDIRETTI 
«È importante precisare che il virus non è arrivato in Italia», si legge nel verbale. Il ministro Speranza «evidenzia la necessità di comunicare all'opinione pubblica che resta ferma la misura di sospensione dei voli diretti da e verso la Cina». Il tutto ben sapendo (dal 22 gennaio) che sarà tutto inutile senza fermare i viaggiatori che fanno scalo in aeroporti all'estero.

9 FEBBRAIO, MANCANO LETTI
Le certezze della nostra task force cominciano a vacillare. Rezza parla dei casi che si sono verificati in Francia, che riguardano «passeggeri provenienti da Singapore, ciò potrebbe dimostrare che l'azione di contenimento in Asia non sia del tutto efficace, quindi occorre fin d'ora predisporre un piano». In particolare, «bisogna verificare se disponiamo di strutture ospedaliere adeguate». Sono passati 17 giorni dalla prima riunione, ma la questione non era ancora stata affrontata. Si procede, comunque, con fiducia nel nostro principale strumento di controllo negli aeroporti: il termoscanner. Ippolito spiega che «va considerato che l'efficacia ufficialmente riconosciuta del termoscanner è pari al 43%, quindi una percentuale elevata».

11 FEBBRAIO,  "TROPPI ALLARMI DAI TG"
L'attenzione è ancora concentrata sulla Cina. Sono i giorni in cui il sindaco di Milano Giuseppe Sala lancia la sua campagna contro la psicosi da Coronavirus. Speranza annuncia che «Il governo continuerà a promuovere iniziative di sostegno umanitario e di solidarietà nei confronti del popolo cinese». Il ministro dà indicazione di «garantire una comunicazione volta a rassicurare la popolazione dopo i messaggi allarmistici comparsi sui TG». L'Istituto Superiore di Sanità conferma per l'ennesima volta: «Oggi in Europa il virus non circola». E il ministero «ritiene sufficiente una mappatura rispetto a uno scenario con bassa gravità».

 12 FEBBRAIO, CONTI FARLOCCHI
Iniziano i problemi. Brusaferro spiega che circolano voci relative a una modifica della defini zione di "positività" da Covid da parte delle autorità cinesi. In pratica, non sarebbero stati conteggiati gli asintomatici, così i numeri sarebbero mostruosamente sottostimati. Uno degli specialisti del ministero (Ruocco) afferma: «Non notificare pazienti positivi asintomatici sarebbe gravissimo». In un solo giorno la conta degli infetti in Cina passa da 45mila a 60mila. Il ministro spiega che Pechino ha effettivamente cambiato il modo di conteggiare i malati. «Abbiamo chiesto a Pechino un chiarimento», si legge nel verbale. È il giorno della "questione africana", che preoccupa moltissimo Speranza. In Egitto è stato trovato un positivo asintomatico e «i mass media stanno creando allarmismo», pertanto occorre mantenere alta l'attenzione. «Solo utilizzando fonti attendibili si possono evitare fake news», dice il ministro. Torna l'ottimismo. Rezza spiega che «bisogna riconoscere la grande opera di contenimento del focolaio. Ma l'attenzione resta alta». Si va avanti con volantini e termoscanner negli aeroporti. La task force decide di girare uno spot sull'importanza del lavaggio delle mani. «Il prof Ippolito illustra schede che, in via confidenziale, nella tarda serata di ieri le autorità cinesi gli hanno anticipato e che nelle prossime 48 ore saranno rese note». Risultato: «Il virus dovrebbe essere alla quinta generazione». Cioè in circolazione già da un pezzo. Però questo induce «meno pessimismo rispetto a ieri».

19 FEBBRAIO, FESTA GRANDE
Grandi notizie: «Nella regione europea non sono stati registrati nuovi casi di positività, né, a livello mondiale, l'epidemia si è manifestata in nuovi Stati. Questi dati indicano un rallentamento nella diffusione». Brusaferro continua a sostenere che «la Cina sta contenendo l'epidemia». Speranza comunque invita tutti alla prudenza: «Potremmo disporre misure più drastiche, ma è opportuno valutare ora dopo ora».

21 FEBBRAIO, PANDEMIA
Viene trovato il "Paziente Uno" di Codogno. Il Coronavirus probabilmente circolava da mesi in Cina come in Italia.

Dai blog