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Giuseppe Conte, il retroscena: "Scuse pubbliche e non so se basta", la vendetta contro Beppe Grillo

 Giuseppe Conte

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E' furibondo Giuseppe Conte. Ai suoi interlocutori dice: "Ragazzi miei, se state convincendo Grillo a farmi una telefonata per chiedermi scusa in privato, be', sappiate che a me non basta. Non basta una telefonata per sanare quello che ha fatto e che ha detto. Se poi Beppe decidesse di farmi delle scuse pubbliche...". Il ministro Stefano Patuanelli, Paola Taverna e il capogruppo M5S al Senato Ettore Licheri raggelano. Lo spazio per una mediazione si sta chiudendo sempre di più. La mini-delegazione, riporta il Corriere della Sera in un retroscena, si era presentata a casa dell'ex premier dopo le voci di una rottura imminente con Beppe Grillo. Poco prima lo aveva chiamato la Taverna: "Giuseppe, sono Paola, ti devo dire una cosa: sappi che io non posso rinunciare al Movimento Cinquestelle ma sappi che non posso rinunciare neanche a te. Possiamo venire a casa tua?".

 

 

Ma quando la Taverna, Patuanelli e Licheri lo incontrano, si trovano di fronte un Conte irremovibile. "Non torno indietro", ripete più volte. E quando si paventa l'ipotesi che Grillo si scusi in privato, L'ex premier dice: "Se poi Beppe decidesse di farmi delle scuse pubbliche...". Pausa. "Mah comunque non credo che la convivenza tra me e lui sia ancora possibile". In quel "comunque" c'è l'ultima speranza del Movimento Cinque stelle.

 

Insomma, Conte non mollerà i 5 stelle solo ed esclusivamente se ci saranno le scuse pubbliche di Grillo. Con quella frase di Grillo - "Non sono un cogl***e" - l'ex presidente del Consiglio ha capito che con il Garante c'è poco da fare ed è pronto a togliere il disturbo. "Le hai viste, no, le carte del nuovo statuto?", dice a Luigi Di Maio quando il ministro degli Esteri gli telefona per l'ennesima volta. "Là dentro c'erano i pieni poteri per me, come va dicendo in giro qualcuno? O un meccanismo di pesi e contrappesi, un rinnovamento vero, una strada per un Movimento in cui finalmente si sarebbe capito chi fa cosa, senza doppioni inutili?". Un'altra frase in cui usa il passato. "Io l'ho sempre rispettato così come lui aveva rispettato me. Il Beppe di ieri (giovedì, ndr) non me lo sarei mai potuto immaginare", si sfoga con gli amici più stretti. E ancora: "Io non mai chiesto nulla a nessuno. È stato lui, insieme a tutti gli altri, a chiedermi di fare il leader e di rinnovare il Movimento". "E ancora: "Non perdonerò mai a Beppe quello che ha detto e che ha fatto. Non me lo sarei mai aspettato". E' gelo.

 

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