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Matteo Salvini, le parole del leader: "Il garante del governo? Sono io. Il partito unico? Non è all'ordine del giorno"

 Matteo Salvini  

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Matteo Salvini si sente il "garante" del governo di Mario Draghi. "Noi vogliamo dare stabilità al governo, in questo anno e mezzo che ci aspetta, dividersi in Parlamento penso non sia utile". Il leader della Lega Matteo Salvini intervistato a 30 minuti al Massimo su La Stampa da Massimo Giannini si dice soddisfatto di questa esperienza al governo "di ricostruzione nazionale. Non me la sentivo di stare fuori, abbiamo accettato e penso che sul piano sanitario siano stati fatti passi avanti, l'Italia è zona bianca, abbiamo tolto la mascherina all'aperto". E ancora, precisa Salvini: "Noi diamo il nostro contributo e, senza la Lega, il governo sarebbe stato sbilanciato a sinistra. Diciamo che ne facciamo orgogliosamente parte".

 

 

Per quanto riguarda il partito unico del centrodestra lanciato da Silvio Berlusconi, avverte il leader della Lega, "non è all’ordine del giorno, come la vittoria della Champions da parte del Milan, di certo non l’anno prossimo. Il partito unico non è una cosa che nasce a tavolino o in laboratorio. Partiamo dalla collaborazione sui temi, dalla giustizia al fisco. Proporrò a Berlusconi una carta dei valori condivisi, da sottoporre a chi ci sta: libertà d’impresa, famiglia, innovazione, ambiente". Insomma, per il partito unico c'è tempo. Prima bisogna pensare alle prossime elezioni. "Io spero di vincere le elezioni e governare con una maggioranza omogenea: il partito della coalizione che prenderà più voti esprimerà il premier, ci sarà spazio per tutti", assicura Salvini.

 

 

Che non può non lanciare una frecciata all'acerrimo nemico interno alla maggioranza di governo, il ministro della Salute Roberto Speranza: "Spero che abbia sempre meno peso nei mesi a venire, perché ci staremo occupando di altro", attacca Salvini. "Conto che il prossimo autunno sia sereno, senza ricadute negative per la scuola e l'università". Per quanto riguarda invece Luciana Lamorgese, che è al Viminale dal Conte due, "non è questione di simpatia, lascio parlare i dati: quest' anno, rispetto allo scorso, da 6mila sbarchi siamo passati a 20mila. Spero che questi numeri non vadano avanti per tutta l'estate". 

 

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