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Vittorio Feltri candidato e Beppe Sala a picco nei sondaggi: Milano, il centrodestra sogna il colpo

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Nel luglio del 2019 sui quotidiani italiani si apriva un piccolo dibattito sul futuro del sindaco di Milano. Giuseppe Sala diceva di sentirsi pronto per grandi conquiste: «Io a Palazzo Chigi? Fino al 2021 non ne parlo, poi si vedrà...». No, non c'era traccia di autoironia: all'epoca questa ipotesi pareva potabile. Anche il segretario Pd Nicola Zingaretti confermava: «Potrebbe essere lui il candidato premier del centrosinistra», coalizione di cui Beppe era considerato il bomber. Ecco perché stupisce trovarlo due anni dopo all'81esimo posto nella classifica di gradimento dei sindaci delle città capoluogo, appaiato al primo cittadino di Caltanissetta Roberto Gambino (M5S).

Anche quest' anno, come lo scorso, Sala ha perso punti (-4,4%) nella rilevazione annualmente pubblicata dal Sole 24 Ore. Ed ora è scivolato al 49% dei consensi. Qualcosa è decisamente andato storto. Un altro dato che incuriosisce è quello di Attilio Fontana. Sempre in questi ultimi due anni sui media italiani si è scatenata un'autentica caccia all'uomo: il governatore si è ritrovato al centro di un violento tiro incrociato realizzato da televisioni e giornali per quanto accaduto nei primi mesi di pandemia. Nei talk abbiamo sentito decine di volte che «con quello che è successo in Lombardia» il centrodestra non potrà mai vincere le elezioni a Milano. Ora, però, scopriamo che nell'ultimo anno, mentre Sala crollava, Fontana cresceva (+2,7%).

 

 

 

 

Attualmente è al decimo posto nella graduatoria dei presidenti di Regione con il 48% dei voti positivi e ha sostanzialmente mantenuto il livello che aveva a inizio mandato (ha perso l'1,7%). Forse il giudizio dei cittadini sulla gestione del Covid è molto diverso rispetto a quanto ci si potrebbe aspettare leggendo i quotidiani. Al contrario, forse Sala gode di buona stampa, ma non va molto oltre. Le sue politiche convincono poco e di fronte al virus ha collezionato solo figuracce. Un piccolo parallelo: il suo predecessore, Giuliano Pisapia, aveva 4,4 punti percentuali più di lui a fine mandato. Possibile che l'attuale sindaco sappia bene di non essere proprio sulla cresta dell'onda, visto che notoriamente ha provato a battere varie strade prima di accettare la candidatura per un secondo mandato a Palazzo Marino (ricordiamo i vertici con Beppe Grillo, per discutere di nomine di lusso in partecipate statali).

Adesso però non si può far altro che minimizzare e ostentare sicurezza. «Io non ho mai commentato i sondaggi», ha detto ieri a chi lo stuzzicava sulla classifica, «Quello che conta è quello che succederà presumibilmente il 10 ottobre alle elezioni, ma non commento proprio». Certo, ma finora di sondaggi positivi Sala non ne ha proprio visti. Anche quelli nei quali non veniva indicato un candidato del centrodestra vedevano comunque in svantaggio il sindaco uscente. Non bene. Milano e Lombardia a parte, Luca Zaia e Antonio Decaro si confermano anche nel 2021 gli amministratori locali più amati, rispettivamente con il 74% dei consensi per il presidente della Regione Veneto e con il 65% per il sindaco di Bari. In generale crescono di più i politici di sinistra, mentre continua la crisi dei Cinquestelle (malissimo Raggi e Appendino, che precipitano, rispettivamente del 24,2% e dell'11,6%.).

 

 

 

 

Il caso più curioso è quello di Luigi De Magistris, che ha fatto polpette del suo consenso negli ultimi anni. Quando è stato eletto era al 66,9%. Oggi è al 35%. Tra i colleghi, è sicuramente la performance peggiore. Tornando ai governatori, va segnalato lo scatto di Stefano Bonaccini, cresciuto del 6% (e comunque molto lontano da Zaia) e poco sopra il friulano Massimiliano Fedriga. Ottima anche la prestazione di Luigi Brugnaro che a Venezia è al 62%. È il secondo sindaco più amato, tuttavia non è detto che basti per soddisfare le ambizioni del primo cittadino, che vuole un partito suo.

 

 

 

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