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Matteo Salvini, la battuta con cui infilza Enrico Letta: "Mario Draghi al Quirinale? No, meglio sulla panchina del Milan"

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Matteo Salvini dalla parte di Roberto Cingolani. Nella faida che vede il Movimento 5 Stelle da una parte e il ministro della Transizione ecologica dall'altra, il leader della Lega difende il secondo: "Il nucleare è un'energia molto più pulita e molto meno pericolosa rispetto ad altre". Intercettato a Cernobbio l'ex ministro dell'Interno ricorda ai grillini che "la valutazione non comporta già un giudizio" e, dunque, Cingolani non si è sbilanciato ma ha solo dimostrato di non essere "mentalmente chiuso". 

 

 

Diverso discorso invece sull'operato di Luciana Lamorgese. A Repubblica Salvini pronuncia parole tutt'altro che al miele per il suo successore: "Nel 2019 eravamo in piena crisi libica - prosegue in riferimento all'emergenza sbarchi -. Adesso c'è la crisi tunisina, certo, ma il secondo Paese per arrivi è il Bangladesh. Arrivano egiziani perché noi non abbiamo più alcun tipo di relazione col governo egiziano. C'è evidentemente un problema. In Libia prima c'eravamo noi, adesso ci sono turchi e russi".

 

 

Proprio su Mario Draghi, che giorni fa aveva elogiato l'operato della ministra, il numero uno del Carroccio non si sbilancia. Da mesi il premier è tirato per la giacchetta da chi lo vedrebbe bene come presidente della Repubblica dopo Sergio Mattarella. Ma Salvini non ci sta e, "a differenza di Letta io non sposto Draghi sulla scacchiera a seconda delle mie convenienze". L'unica poltrona che affiderebbe al presidente del Consiglio senza se e senza ma è quella alla guida dei rossoneri: "Io lo vorrei allenatore del Milan, ma deciderà Draghi cosa fare e noi lo sosteniamo. Tenendoci la libertà in Parlamento, se ci sono alcuni provvedimenti dallo ius soli allo Zan all'obbligo vaccinale che noi non vogliamo, senza che questo metta a rischio la vita del governo". 

 

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