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Green Pass, Claudio Borghi sulle barricate: "Obbligo per i Parlamentari? Ricorso alla Consulta"

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Su Twitter torna sul Green Pass, ormai obbligatorio anche per chi deve andare a lavorare, il deputato leghista Claudio Borghi: "Come è noto io non vedevo l’ora che il Parlamento mettesse l’obbligo di green pass perché ciò mi avrebbe consentito di ricorrere alla Corte Costituzionale. Il Governo è arrivato prima e mette direttamente lui il green pass alla Consulta. Viviamo in tempi incredibili", ha postato. Borghi, uno degli oppositori più strenui al certificato verde, vuole ricorrere alla Suprema Corte perché anche ai deputati verrà richiesto di esibire il certificato verde per entrare in Parlamento, rivela il Corriere della Sera.

 

 

"Pensavo di aver visto tutto ma il governo che intima con termine perentorio a presidente della Repubblica, Parlamento e Corte Costituzionale di fare una cosa, foss’anche la più giusta del mondo, mi mancava. Mi informano di alcune piccole modifiche apportate alla Costituzione dalla Cabina di Regia: l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul green pass. La sovranità appartiene al Governo, che la esercita come gli pare", ha poi continuato a twittare sull'argomento.

 

 

 

Da tempo si conosce l'ostilità del deputato leghista verso l'obbligo di certificazione verde e questo intervento su twitter non è una cosa nuova. Era stato tra gli esponenti della Lega a scendere in piazza per dare supporto ai manifestanti no pass. E sempre s'è detto contrario a una misura che giudica liberticida creando anche qualche malumore interno al Carroccio, diviso tra la linea più governista di Zaia e Giorgetti e quella più barricadera dello stesso Borghi. Curioso, infine, il fatto che Borghi faccia ricorso alla Consulta per l'obbligo ai Parlamentari e non per i "normali" lavoratori...

 

 

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