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Mara Carfagna e il "malessere diffuso" in Forza Italia. Lei dopo la Gelmini: come ingannano Berlusconi

Carfagna e Berlusconi

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Dopo la bufera scatenata dalle durissime parole di Mariastella Gelmini e la risposta raggelante di Silvio Berlusconi, intervengono in difesa della ministra anche Mara Carfagna e Renato Brunetta. "Nessuno sfogo personale", piuttosto "una denuncia politica di come viene gestito il partito" e del relativo "malessere diffuso", dicono i due colleghi di partito. Un "malessere" che non riguarda soltanto i tre ministri azzurri. Lo ha detto la stessa ministra per gli Affari regionali, sfogandosi con i suoi: "Quel che ho detto è opinione di metà del gruppo parlamentare di Forza Italia", secondo quanto riporta il Corriere della Sera.

 

 

Durante l'assemblea del gruppo alla Camera, riunita per l'elezione del nuovo presidente due giorni fa, la Gelmini aveva parlato di "partito schiacciato sulle posizioni sovraniste", "ministri esclusi dai tavoli in cui si decide e quasi sopportati dal partito". Un duro attacco che Berlusconi ha archiviato con una frase: "Non so cosa le sia successo, è fuori dalla realtà". Ma Mara Carfagna si schiera con la collega: "Penso che Gelmini abbia avuto il merito di esprimere un disagio profondo, diffuso e condiviso. Far finta che tutto va bene non è la migliore soluzione per chi vuole bene al proprio partito. Evidentemente ha ragione la ministra quando dice che al presidente Berlusconi viene rappresentata solo una parte della realtà".

 

 

E affonda: "«Quando un'azienda dimezza il proprio fatturato si riunisce il cda e si ragiona sulle azioni da intraprendere, per non fallire. Forse ci si aspettava questo. E questo non è accaduto". Con la Gelmini e la Carfagna c'è anche Brunetta: "È inutile ignorare quanto è accaduto tra persone che ambiscono solo a rilanciare Forza Italia che ha un'occasione, ma vive un momento di difficoltà innegabile. Il malcontento c'è ed è figlio soprattutto della sospensione, causa pandemia, del funzionamento degli organi di partito". Nessuna scissione in vista, però: "Nessuno si illuda che usciamo dal partito noi la battaglia la facciamo da dentro", dice la ministra. 

 

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